L’assessore regionale ai Lavori Pubblici e ai Trasporti, Enrico Melasecche, dopo essere intervenuto ieri sul blocco del cantiere del Teatro Verdi, oggi polemizza su un altro simbolo della città di Terni, la Fontana di piazza Tacito, recentemente restaurata attraverso un progetto peraltro avviato dallo stesso Melasecche quando era assessore ai Lavori Pubblici a Terni e non a Perugia. Progetto poi portato avanti dalla subentrata Benedetta Salvati.
Melasecche è sempre meticoloso nella ricostruzione delle vicende di cui si tratta.
“A fine 2019 – ricorda – quando le elezioni in Regione mi portarono ad altro impegno la situazione era ormai positivamente quanto definitivamente avviata verso la soluzione. Occorreva soltanto eseguire a regola d’arte quanto stabilito, tutto già finanziato dagli sponsor che ringrazio per la generosità dimostrata in tempi peraltro non facili per d’economia. Giunti alla inaugurazione, cerimonia splendida, fontana illuminata nella notte, molti selfie, qualcuno si era persino dimenticato nell’entusiasmo persino di ricordare chi aveva riavviato il tutto, in sostanza la parte di gran lunga più difficile dell’intera operazione”.
La Fontana, a pochi mesi dalla sua inaugurazione (30 dicembre 2021) perde pezzi di vernice e si sta formando la ruggine che potrebbe compromettere i mosaici che formano lo zodiaco. Dunque, secondo l’assessore Melasecche, la Fontana va spenta, fermata, chiusa, prima che si producano ulteriori danni e non risparmia frecce avvelenate all’ex sindaco di Terni Leonardo Latini e all’ex assessore Benedetta Salvati.
“Due i problemi – scrive Melasecche – la vernice bianca sulle superficie zincata cominciava a perdere pezzi vistosissimi come se avesse la lebbra e, problema maggiore, dalle lame da cui sgorga l’acqua ha cominciato a formarsi una ruggine sempre più invadente e consistente tale da insozzare in modo terribile l’acqua che ricadeva sui mosaici cominciando gradualmente a coprirli di una patina prima giallastra, oggi rossastra, che sta diventando sempre più consistente. La Fontana va fermata immediatamente e vanno accertate le cause di questo mezzo disastro. E’ inutile continuare a raccontare teorie balzane perché è evidente anche ai più sprovveduti che il castello è stato eseguito male, ma, aggiungo, da troppi mesi si sono continuate ad inventarsi scuse ridicole in merito al da farsi. Ogni giorno che passa la ruggine che sprigiona il castello, non zincato a caldo per immersione nella vasca elettrolitica in tutti gli anfratti del metallo, sta producendo una ruggine pericolosissima. Assessore e Sindaco (Salvati e Latini, ndr) forse avrebbero dovuto prendere molti mesi fa l’unica decisione possibile, scomodissima in campagna elettorale, quella di ammettere il problema affrontandolo a viso aperto di fronte alla città. Meglio tardi che mai perché, come noto, il medico pietoso porta il paziente in fin di vita”.
I SUGGERIMENTI
“Il Comune – aggiunge ancora Melasecche – deve contestare alla ditta esecutrice la mancanza di professionalità, lo sponsor sarà in evidente imbarazzo ma più di pagare quanto era stato realizzato, ben poco avrebbe potuto fare. Il castello va smontato, riportato in officina, sabbiato alla perfezione, zincato e riverniciato solo dopo i trattamenti obbligatori per evitare che il secondo problema del distacco a grandi placche della vernice si ripresenti in futuro. Ricordo che la precedente verniciatura bianca è durata decenni senza che si fossero mai formate le chiazze ampie che purtroppo oggi vediamo. Morale: la professionalità e l’esperienza sono doti che dovrebbe avere ogni pubblico amministratore, in modo da guidare con competenza e risultati certi l’attività di un ente delle dimensioni di un comune come quello di Terni perché i danni altrimenti che derivano sono incalcolabili, molto di più quelli morali e di immagine rispetto al costo di un intervento oggi necessario che ammonta sicuramente a molto di più di quello dell’intero rifacimento del castello. In una città in cui la forgiatura dei metalli ed il loro trattamento costituiscono professione diffusa e lunga tradizione è singolare che chi avrebbe dovuto controllare almeno la normale esecuzione di un’opera artistica del genere non si sia neanche reso conto di quello che accadeva ma soprattutto non abbia preso l’unica decisione possibile, perché la politica deve decidere. Attendere ancora , la ruggine si addensa alla base delle colonne e penetra nelle stuccature dei mosaici con il rischio di danneggiarli irrimediabilmente. Per vari mesi la vedremo spenta e senza più la struttura metallica e non potremo farci più i selfie. Faccio un appello affinché la nuova amministrazione agisca immediatamente per non distruggere quanto di buono è stato fin qui fatto e quanto la Fondazione ha generosamente donato unitamente agli altri sponsor minori”.
Terni, blocco del cantiere del Verdi, Melasecche: gravissimi danni alla città