“Frecce” e “Alta velocità” al centro ancora del dibattito politco.
Sulla questione, cercando di frenare le polemiche, è nuovamente intervenuto l’assessore regionale ai Trasporti, Giuseppe Chianella.
“La Giunta regionale – puntualizza Chianella – contrariamente a quanto affermato da parte di alcuni esponenti politici, pone la stessa attenzione rispetto alla individuazione di servizi ferroviari che possano migliorare il sistema della mobilità di altre realtà regionali, ben sapendo che quella relativa al capoluogo rappresenta storicamente di gran lunga la situazione più critica”. Dunque, è lì, a Perugia, che si doveva intervenire per primo.
Inoltre questo “Fracciarossa” perugino non è detto che ci sia. “Sarà cura della Giunta regionale – aggiunge Chianella – informare l’opinione pubblica e le forze politiche , che in questi giorni si sono prodigate nel formulare ipotesi e scenari non sempre realistici dello stato d’avanzamento del lavoro che stiamo portando avanti con Trenitalia, anche alla luce degli incontri previsti nei prossimi giorni, all’esito dei quali sarà possibile eventualmente definire tempi, costi e modalità di svolgimento del nuovo servizio”.
Detto che non si tratterà di vera e propria “Alta Velocità” perché il materiale rotabile non consente tali prestazioni, Chianella ha affermato che “tale servizio assumerà necessariamente il carattere di sperimentalità e solo all’esito positivo dei risultati quantificabili in un numero adeguato di passeggeri, opportunamente confrontati con i costi sostenuti, potrà diventare definitivo”.
A Terni, Marco Cecconi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia ribadisce le sue critiche.
“La farsa del progetto di alta velocità che lascia fuori Terni, e non solo,- scrive Cecconi – è veramente la goccia che fa traboccare un vaso ormai troppo colmo.”
“Le “frecce” al momento ricomprenderanno solo Perugia? Eppure il prezzo lo pagheranno anche i ternani – sostiene Cecconi – perché il cofinanziamento sborsato per questo scempio esce dalle casse di Palazzo Donini. E dunque sono anche soldi nostri.
Il prezzo, i ternani, lo pagheranno tre volte: perché non solo pagano in quota – per non avere nulla! – il contributo regionale alle Ferrovie dello Stato che dovrà essere erogato per ottenere la sola tappa perugina, ma subiscono anche (sempre a fronte di alcun beneficio) i tagli alle “carte agevolate”, i rincari degli abbonamenti e tutti gli altri disagi irrisolti sulle spalle di centinaia di nostri pendolari, trattati come gli ultimi degli ultimi.”
“La credibilità di chi, adesso, supplica per qualche briciola in più per questa periferia dell’impero, dopo averla lasciata dissanguare con il proprio beneplacito, è prossima allo zero.
La fattibilità della proposta firmata da Claudio Ricci e di ogni altra utile a ricomporre la frattura – dal recupero delle soluzioni ad alta velocità che passino per Orte al ripristino del Tacito finalmente rubricato come “freccia” – sarebbe tutta, volendo, a portata di mano e di portafoglio, anche considerato (come detto) che quel portafoglio è pure il nostro. Ma il problema – conclude Cecconi – è che l’unica Umbria a cui in Regione sanno pensare è quella che finisce dove passano i confini dell’acropoli perugina, chiusa nel suo fortino. Altro che macroregione…!”