DI FABRIZIO FRAMARINI
Quando ormai qualche anno fa Treofan fu assorbita dal colosso indiano Jindal la sensazione che non sarebbe stata un acquisizione tranquilla fu subito chiara.
Ad accaparrarsi le attività italiane, oltre Terni il sito di Battipaglia, fu infatti uno dei più agguerriti concorrenti sul mercato e questo non fece e non fa tuttora dormire sonni tranquilli. La società veniva da un lungo periodo dove, sotto la proprietà disinteressata dell’ingegner De Benedetti, non si parlò mai di investimenti e gli ottimi risultati avuti furono merito solo delle professionalità dei lavoratori che hanno fatto e stanno facendo tuttora miracoli.
Tra le molte preoccupazioni dovute al passaggio da De Benedetti a Jindal c’era però anche la consapevolezza che in fatto di capacità finanziarie il gruppo indiano aveva ed ha, nonostante la crisi in atto, una buona potenza di fuoco a disposizione.
Oggi purtroppo il gruppo si sta confrontando con una crisi, in parte minima addebitabile al mercato e per la gran parte imputabile a scelte manageriali discutibili; di questa crisi il sito ternano ne sta soffrendo molto di più rispetto agli altri siti italiani ed europei.
Probabilmente Jindal quando ha acquisito Treofan, in particolare il sito umbro, non era e forse ancora non è, a conoscenza delle potenzialità che il polo chimico può offrire in termini di prospettiva. Il presente non proprio esaltante non dovrebbe però far perdere di vista la prospettiva di medio e lungo periodo. Temi quali la nuova attenzione per l’ambiente, per la sostenibilità, il recupero e il riciclo sono e saranno sempre di più al centro dell’attenzione. I fondi che un attenta Europa sta destinando a questi temi ci dicono ancor più chiaramente che la prospettiva è quella ed è irreversibile. Se quindi la direzione è tracciata, il gruppo Jindal ha una grossa e unica opportunità in termini di progettualità: oltre a mantenere quello che c’è, avviare a Terni in Umbria un progetto in joint venture con altre aziende del sito chimico, per fare un prodotto innovativo compostabile/riciclabile rivolto al mercato degli imballaggi che oggi riguarderebbe una nicchia di mercato ma che domani rappresenterebbe il futuro.
Il tempo di compiere questa scelta è questo, senza ripensamenti. Nei prossimi mesi poi anche lo sblocco e la cessione delle aree ex Basell diventerà finalmente operativo; quale migliore occasione per avviare un progetto di simile portata? E quale migliore occasione per la Regione Umbria di rappresentare al meglio, nel ruolo di promotrice territoriale, questa opportunità, confermando la propria disponibilità non solo in termini economici, di contribuire attivamente a creare questo discorso di prospettiva industriale? I treni passati e persi nel passato sono lì a dimostrare che i tentennamenti non servono. Se si ha in mente questa visione, si chiami l’azienda al tavolo e si ragioni. In termini di prospettiva si intende.
L’AUTORE E’ SEGRETARIO GENERALE DELLA FEMCA CISL UMBRIA