Secondo il Garante dei detenuti dell’Umbria, l’avvocato Giuseppe Caforio, “va riconosciuto al carcere di Terni di essere stato antesignano” nell’attuazione dell’affettività dei detenuti “riuscendo a trovare uno spazio adeguato, secondo le linee guida appena emesse dal ministero della Giustizia per consentire l’esercizio di questo diritto importante anche in un’ottica di riabilitazione”.
Il garante ha commentato con l’Ansa la notizia del primo incontro intimo all’interno di un carcere italiano che avverrà venerdì 18 aprile.
Terni, carcere. Pronta la stanza dell’affettività. Sarà “inaugurata” entro Pasqua
“Quello di Terni che mi risulti è la prima attuazione in Italia del diritto alla affettività – ha spiegato Caforio – e tutto ciò è merito del tribunale di sorveglianza umbro che con il giudice Fabio Gianfilippi aveva sollevato la questione costituzionale poi accolta dalla Corte che ha affermato la sussistenza di un diritto fondamentale per i detenuti secondo l’articolo 2 della Costituzione sulla affettività. Lo stesso magistrato a fronte di una richiesta di un detenuto campano ha dato termine di 60 giorni alla casa di reclusione di Terni di provvedere a dotarsi della struttura adeguata”. Termine rispettato dalla struttura.
“È un primo segnale – ha aggiunto ancora Caforio – la strada è lunga e piena di ostacoli a cominciare dal sovraffollamento fino alla carenza di personale che non aiutano a trovare soluzioni logistiche ed operative per garantire questo diritto. Intanto però qualcosa si muove e proprio dall’Umbria”.