Il professor Giorgio Armillei interviene nel dibattito politico e nello scontro che si è innescato fra il Movimento 5 Stelle e gli intellettuali. Lo fa all’indomani delle critiche che Angelica Trenta, consigliere del Movimento 5 Stelle, candidata per Palazzo Spada, ha rivolto al professor Luca Diotallevi, presidente di Azione Cattolica.
QUI LE POSIZIONI DI DIOTALLEVI
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/luca-diotallevino-ai-giudizi-sommari-no-alla-rabbia-394882
QUI LA REPLICA DI ANGELICA TRENTA
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/trenta-contro-diotallevi-da-lui-unastratta-e-stantia-retorica-non-ci-dica-come-dobbiamo-comportarci-395076
L’ex assessore (tecnico) ,Armillei avverte che sarebbe necessario smetterla di “dileggiare l’impegno intellettuale, l’analisi, come fanno i populismi totalitari”. Inoltre, sottolinea , “il garantismo è per le persone non per le città, che suona inesorabilmente come l’anticamera del totalitarismo”. La tesi del garantismo per la città l’aveva sostenuta Angelica Trenta.
Secondo Armillei, “le elezioni si vincono con le idee e con i voti, non nelle procure”. ” non è che le procure sono la verità e il resto del mondo sono il male”.
Armillei, però, non risparmia critiche al Partito Democratico. “Il PD ternano scrive – deve allargare il suo perimetro e non restringerlo: più si arrocca e più lo restringe. E’ quanto accaduto. La procura non c’entra nulla, l’opposizione non c’entra nulla. Rappresenta se stesso e la sua area, altro che partito a vocazione maggioritaria. A Terni per ogni iscritto al PD ci sono solo 2,3 elettori delle primarie. In altri termini si riduce il perimetro del PD ternano: il rischio è la sindrome Hamon, grande festa dopo le primarie ma drammatici risultati elettorali.”
Tutto questo, il professor Giorgio Armillei lo ha scritto in un lungo post sul suo profilo facebook, dal titolo, LA PROFEZIA DI ANDREANI
La profezia di Andreani
Vogliamo dimentIcare i richiami sinistri ai click delle manette? Abbiamo già dato, dalle monetine contro Craxi al cappio della Lega nelle aule parlamentari. Vogliamo evitare di inerpicarci per i sentieri di un improbabile “garantismo per la città” che suona inesorabilmente come l’anticamera del totalitarismo? Il garantismo, cioè i diritti fondamentali, sono delle persone e solo delle persone. Vogliamo smetterla di dileggiare, proprio come fanno i populismi totalitari, l’impegno intellettuale, la ricerca, lo sforzo di analisi? Vogliamo finirla con il populismo giudiziario per cui le procure sono la verità e il resto del mondo, a parte coloro che appoggiano le procure, sono il male? Vogliamo fare punto e capo e mettere da parte chi ha voluto testardamente rifiutare un confronto pubblico, duro, aperto e senza reticenze sulle capacità di governo del PD ternano? Oppure vogliamo ancora proteggere tabù, sopportare strillate e malinconiche chiamate alla solidarietà, tutelare vecchie leadership di una vecchia sinistra socialista e comunista altrove finita con la fine del secolo socialdemocratico?
Esperimento mentale. Come se fossimo in “Source code” anche se non ci sono ahinoi Jake Gyllenhaal e Michelle Monaghan. Dobbiamo tornare indietro, al 1 maggio, seguire un’altra linea temporale, cancellare la procura. Dobbiamo tornare a parlare di politica, le elezioni si vincono con le idee e con i voti e non nelle procure. Renzi è stato rieletto. Ma a Terni? Francesco Andreani lo aveva detto – con il suo stile – in una delle fasi finali della Giunta di cui faceva parte. Il PD ternano deve allargare il suo perimetro e non restringerlo: più si arrocca e più lo restringe. E’ quanto accaduto. La procura non c’entra nulla, l’opposizione non c’entra nulla. Siamo in un’altra linea temporale: è il PD che fa tutto. Non solo diminuisce, e di molto, la partecipazione al voto ma diminuisce anche il rapporto tra elettori e iscritti. Il PD ternano rappresenta se stesso e la sua area, altro che partito a vocazione maggioritaria.
In Umbria il voto tra gli iscritti aumenta del 15% rispetto al 2013 ma quello tra gli elettori diminuisce del 43,5%. A Terni per ogni iscritto al PD ci sono solo 2,3 elettori delle primarie. In altri termini si riduce il perimetro del PD ternano: il rischio è la sindrome Hamon, grande festa dopo le primarie ma drammatici risultati elettorali.
Come dicono i politologi le elezioni di domenica consegnano al PD “un leader più forte in un partito più debole”. E a Terni come in altre città il processo è più intenso, complici il logoramento degli assetti di governo malamente ridisegnati nell’ottobre del 2016 e il rifiuto remoto e recente di elezioni primarie per la scelta del candidato a Sindaco. Così mentre a livello nazionale il PD è nonostante tutto “partito degli elettori” a Terni lo è in misura decisamente inferiore. La profezia di Andreani si sta avverando. Il perimetro si restringe. Restano fuori sempre di più le giovani generazioni. Con le conseguenze elettorali che conosciamo.
In “Source code” i tentativi si ripetono. Penso che a Terni il PD non possa sbagliare una mossa.