In preparazione al Giubileo del 2025, l’ufficio per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Umbra, promuove un incontro regionale dedicato a “Giunio Tinarelli testimone di speranza”, sabato 28 settembre alle ore 16.30 al museo diocesano di Terni, che sarà presieduto da Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia e delegato Ceu per la Pastorale della Salute.
Il venerabile Giunio Tinarelli, che a causa della malattia trascorse venti anni nell’immobilità, è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza, di una fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore, un apostolo della sofferenza ed esempio di vita cristiana.
La sua figura e spiritualità sarà illustrata da Anna Maria Lanari dei Silenziosi Operai della Croce. Al termine nella Cattedrale di Terni si terranno i Vespri solenni guidati da monsignor Soddu.
«Raccogliendo volentieri l’invito di tutte le diocesi dell’Umbria – spiega il vescovo Soddu – che hanno espresso il desiderio di celebrare un grande testimone di speranza, abbiamo voluto mettere in risalto la figura esemplare del venerabile Giunio Tinarelli, perché attingendo dal suo luminoso esempio di vita possiamo abitare il tempo prezioso dell’Anno di Grazia come autentici pellegrini di speranza. È stato, in particolare per la comunità ecclesiale umbra, un fulgido esempio di vita cristiana nel lavoro, nella malattia, nella sofferenza e oggi insegna come in ogni nostra attività possiamo mettere a frutto con onestà i talenti, sia come porsi al servizio umile e delicato verso coloro che soffrono nel corpo e nello spirito».
Il venerabile Giunio Tinarelli, operaio delle Acciaierie cominciò a lavorare a 16 anni, ed è stato sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio del Duomo di Terni, fin quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo dell’apostolato.
Nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi, partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes con il treno dei malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso mani, penna, carta e leggio, i suoi nuovi ferri del mestiere, conversando con gli amici e con la gente che lo andava a visitare per consolarlo. Morì il 14 gennaio 1956 a 44 anni.
È stato dichiarato venerabile da papa Benedetto XVI il 19 dicembre 2009. Dal suo letto Giunio ha sconfitto tante illusioni che rendono triste e amara la vita degli uomini, ricordando che la felicità non sta nell’amare se stessi o nella salute o nella tranquillità, ma che la felicità e la pace stanno nell’amare gli altri.