Quali cattolici hanno vinto a Terni. Se lo chiede il professor Luca Diotallevi in un editoriale apparso sul settimanale “La Voce”. Non è la prima volta che Terni ha un sindaco cattolico. Lo stesso Di Girolamo lo è. Ora Latini.
Ma, osserva il presidente di Azione Cattolica, ” è la prima volta che Terni ha un sindaco che brandisce la propria religione.” E aggiunge:”a un osservatore intermittente delle cose ternane, questa vittoria potrebbe apparire una conseguenza prevedibile. A differenza di quanto era avvenuto per decenni, dalla fine degli anni ’80 alcune istituzioni ecclesiali avevano conquistato uno spazio importante nel dibattito pubblico cittadino: l’Azione cattolica e la Fuci, l’Istess, lo stesso Consiglio pastorale diocesano, infine la Chiesa locale nel suo insieme. Con il convegno del 2008 sul “futuro della città”, poi, questa presenza si era trasformata in una vera e propria leadership culturale.”
“Però sbaglierebbe di grosso – sottolinea Diotallevi – Il cattolicesimo portato a palazzo Spada dalla maggioranza a controllo leghista è l’“altro” cattolicesimo ternano (o uno degli “altri”).Un cattolicesimo senza Concilio, senza riunioni, senza programmi (nel senso proprio del termine), un cattolicesimo tutto umori e nostalgie ha avuto un ruolo politico importante e trovato spazio nella coalizione vincente. Questo cattolicesimo “altro” ha offerto una batteria di riferimenti simbolici e qualche slogan al disegno politico di Salvini (il rosario lo aveva già) e da Salvini questo cattolicesimo “altro” si è fatto scegliere come partner affidabile.”
L’EDITORIALE DI LUCA DIOTALLEVI
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Alle osservazioni del professor Diotallevi risponde il Popolo della Famiglia che, a Terni, ha sostenuto convintamente la candidatura di Leonardo Latini.
“Il Popolo Della Famiglia dà voce a chi vuole perseguire il vero “bene comune” della società – è scritto in una nota.
Se dunque, il cattolicesimo è diviso tra Cattolici e Cattolici “altri”, nel senso etimologico della parola, chi sarebbe al primo posto, chi al secondo? Quale sarebbe quello “vero”, o migliore?”
Marilina Piscolla, la candidata più votata della lista del Popolo della Famiglia che ha sostenuto il sindaco Latini con la coalizione del centrodestra, richiama indirettamente l’importanza della compattezza del mondo cattolico, affermando: “Il Popolo della Famiglia, partito aconfessionale e valoriale nato in difesa dei principi non negoziabili, si ispira alla Dottrina Sociale Della Chiesa. I cattolici non dovrebbero forse essere richiamati da questo documento fondamentale?”
“C’è un intero popolo, concretamente cattolico, che è stanco delle fazioni, delle divisioni interne e della mancanza di volontà di molti di camminare nella stessa direzione, verso il bene comune della persona umana e della società in generale. Sicuramente – aggiunge Claudio Iacono , presidente del Popolo della Famiglia dell’Umbria – è condivisibile ed in ampi tratti incontrovertibile l’analisi di Diotallevi, in merito alla spaccatura in atto nel mondo cattolico, in cui trovano posto anche i “surrogati di cattolicesimo”, improvvisati ed inconsistenti, che veramente si confinano autonomamente in una “alterità” spesso sterile, quando non dannosa. Rende molto bene l’idea della deriva socio culturale del cattolicesimo senza Concilio che non è sufficiente ad influenzare la politica”.
“C’è un estremo bisogno di un soggetto indipendente dai vecchi schieramenti, capace di riunire queste forze evitando di disperderle, ma allo stesso tempo superandole, raggiungendo quell’idea di società guidata da uno Stato che “rispetti e riconosca i diritti inalienabili della persona umana, della famiglia, dei gruppi minori, degli altri Stati e della Chiesa” come è citato al p.to 7 degli enunciati del Codice di Camaldoli. Crediamo – ha concluso Iacono – che una strada, tutt’altro che superata, verso cui possiamo convergere universalmente tutti, senza distinzione tra cattolici, cattolici “altri” ed altro ancora, sia già disponibile.”