Ha chiuso ieri sera, venerdì 18 dicembre alle ore 19,30, la cartolibreria “Luna”, una storico negozio di Terni con sede in Corso Vecchio. Ha chiuso, sconfitta dalla crisi, veramente un pezzo di storia importante di questa città. Basti pensare che è stata la seconda libreria a vedere la luce a Terni, la prima è stata la libreria “Alterocca”. Basti pensare che a rilevare questa libreria che all’epoca era la tipografia Berretta, fondata nella seconda metà dell’800, con sede in via del Raggio Vecchio, è stato il nonno dell’attuale proprietario, Enzo Luna (insieme alla figlia Roberta), Arturo, nel 1926. Dunque, per poco, per 6 anni, questa cartolibreria storica non ha potuto festeggiare i 100 anni di attività. Sarebbe stato meraviglioso.
Quando un’attività commerciale abbassa le saracinesche è molto triste, lo è ancora di più nel caso di una libreria (cartolibreria) dove si sono formati, hanno acquistato i loro libri di testo, migliaia e migliaia di giovani studenti ternani. Una tristezza sconfinata. Una sconfitta della cultura.
“Nel 1926 – racconta Enzo Luna – mio nonno Arturo rilevò l’attività e quando lui morì, nel 1934, a prendere le redini fu sua moglie Ida Petrucci , alla quale subentrò, successivamente, il figlio Luigi Luna. Noi siamo subentrati nel 1969. Noi abbiamo trattato soprattutto libri scolastici, oltre la cancelleria. Prima della guerra, infatti, ci chiamavamo La bottega dello scolaro, solo dopo la guerra, quando rinnovammo i locali ci chiamammo Cartolibreria Luna. Siamo stati rappresentanti, prima della provincia di Terni, poi di tutta l’Umbria, delle più importanti case editrici, la Angelo Signorelli, la Ghisetti e Corvi, la Nuova Italia, la Calderini, la Vallecchi, tanto per citarne alcune. Poi ci siamo indirizzati anche sull’editoria, come libreria Luna abbiamo pubblicato dei libri, soprattutto titoli del professor Manlio Farinacci sulla presenza dei Celti a Terni, libri di poesie in dialetto ternano, per cui la nostra libreria è stata sempre il ritrovo dei vecchi poeti dialettali ternani, Miselli, Antonelli, Raffaelli e molti altri. Abbiamo avuto contatti con professori illustrissimi come Ettore Paratore, Natalino Sapegno, Giuseppe Giacalone”.
Enzo, una vita passata tra i libri, soprattutto, i quaderni, i fogli protocollo, le gomme, le matite, le squadre, i righelli.
“Posso solo dire – aggiunge Enzo – che non andavo ancora alla 1^ elementare e già venivo a negozio e la mia incombenza lo sa quale era? Allora esisteva ancora l’IGE, l’imposta generale sull’entrata (poi sostituita dall’IVA, ndr), sul prodotto che si vendeva e in particolare sui quaderni scolastici; su quei quaderni , a seconda del prezzo di vendita, doveva essere applicata una marca da bollo e io quello dovevo fare, mettere la marca bollo e annullarla con un timbro. Avrò avuto 5 anni, non andavo a scuola, ancora”.
Una libreria storica e prestigiosa che negli ultimi anni è andata incontro a un declino irreversibile, perché?
“Tutto è cominciato con l’arrivo dei supermercati e dei centri commerciali che hanno cominciato per primi a portare via importanti fette di mercato , noi non potevamo essere concorrenziali con gli sconti che praticavano , eravamo arrivati al punto che conveniva a noi comprare da loro e poi rivendere il prodotto e ora con l’e-commerce che ci ha dato il colpo di grazia. Inoltre – ci dice Roberta – la gente che abita la zona è solo gente adulta, anziana, qui continuavano a venirci i clienti di sempre , quelli più affezionati, il padre che si riforniva da noi e ora prendeva i libri per il figlio, il nonno che ci viene per il nipote ma tutti gli altri si riforniscono su Internet”.
E Roberta ci racconta un episodio indicativo di come vanno le cose: “una signora che aveva acquistato la copia di un libro di testo on line, in realtà aveva cliccato due volte, e si è vista arrivare due copie dello stesso libro. E’ venuta esponendo questo problema, io le ho risposto che se mi diceva il nome controllavo se ci fosse stato un errore. Ma questo nome non saltava fuori, le ho chiesto se era sicura se aveva ordinato da noi il libro e solo a quel punto mi ha rivelato che lo aveva acquistato on line, ma che i si era sbagliata e mi chiedeva se la copia in più potevo prendergliela io indietro. A questo punto siamo arrivati”.
In libreria compare una piantina dell’allora città di Terni del 1640
e accanto una poesia in vernacolo, di ERRE ERRE, Rino Raffaelli, dedicata proprio alla libreria.
ECCOLA
LIBBRERIA LUNA
Ce stònno tante libbrerie qui a Terni
e ttu me pòli dì:”So’ tutti uguali
ccucì che non ce servono fanali
pe ffà ‘na scerda”. No, ce sto’ l’esterni
de le vitrine e quisti so’ segnali
che dònno modu de vedé l’interni
e quinni pòli valutà li pèrni
che de ternanu ci ‘hònno li natali.
Quella vitrina llì, che lu dialettu
te mette in mustra, è ttantu più eloquente
de ‘gni pubblicità: sveja n’affettu.
Spurgiannole, pe’ questo, una per una,
me vène, come dì spontaniamente,
de prifirì la libbreria de Luna.
Enzo che farà da oggi?
“Non ci posso pensare, mi dedicherò alla lettura”.
Qui finisce la storia della cartolibreria Luna, vittima illustre dei tempi. Ma nel 2021 quante altre attività, travolte dalla crisi, dalle tasse, dalle tariffe, saranno costrette ad abbassare definitivamente le saracinesche?
I negozi cadono come birilli, nell’indifferenza generale.