Ieri sera, poco prima della mezzanotte, sono stati recuperati i corpi senza vita degli ultimi due dispersi sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano. Ad una settimana di distanza dalla tragedia, dunque, si può stilare un bilancio definitivo: le vittime sono 29 e i sopravvissuti, 11. Quando la valanga ha travolto il resort, all’interno della struttura c’erano 40 persone: 28 ospiti, fra i quali 4 bambini e 12 dipendenti dell’albergo, compreso il titolare.
La svolta e’ arrivata lunedì notte e da allora, in 48 ore, i vigili del fuoco hanno tirato fuori da quel che resta dell’hotel , 18 vittime; 9 le hanno estratte martedì e 9 ieri . I loro corpi, come la maggior parte di quelli usciti dalle macerie poche ore prima, erano incastrati tra pilastri, pezzi di cemento, neve e tronchi. Ed erano tutti in un unico ambiente: quello dove, prima che sul Rigopiano si abbattessero centinaia di tonnellate di neve, era il bar. I vigili del fuoco, in quella zona, c’erano arrivati due giorni fa. Erano entrati passando dalle cucine e lì avevano avuto già un brutto presentimento: alcuni di quegli ambienti erano rimasti miracolosamente intatti, ma non c’era nessuno.
“Speravamo di trovare qualcuno ancora vivo – hanno ripetuto fino a ieri – anche se sapevamo bene che stavano per lasciare l’albergo e dunque erano tutti radunati da un’altra parte. Concluse le verifiche nelle cucine, gli Usar, i vigili sono passati al bar. Un’ampia zona tra la sala del camino, dove c’erano alcuni dei sopravvissuti, e l’area ricreativa, dove sono stati estratti vivi i tre bambini. Ma lì dentro la situazione era molto peggio: un unico groviglio di macerie e neve. E di corpi. Qualcun altro, invece, lo hanno recuperato nella zona dove erano le camere: quattro piani venuti giù completamente e schiacciati uno sull’ altro. E gli ultimi due, un uomo e una donna, li hanno trovati sempre li’: nella zona tra il bar e la hall. Dove tutti gli ospiti e i dipendenti dell’albergo attendevano l’arrivo dello spazzaneve che avrebbe dovuto portarli via. Ma lo spazzaneve non è mai arrivato e l’appuntamento con il destino era in agguato.
Al momento non ci sono indagati, ha precisato il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini. Secondo la Tedeschini la maggior parte delle vittime è deceduta in seguito a concorrenze di cause vicine temporalmente: traumi da schiacciamento, ipotermia e asfissia.