Continua ad essere una corsa contro il tempo ma è da sabato scorso che dalle macerie dell’hotel Rigopiano sono recuperati solo cadaveri.
La triste conta porta a 18 il numero di vittime ufficialmente accertate, e contestualmente si riduce il numero di persone disperse, ora sono 11.
Dalla tarda serata di ieri c’e’ stata una sorta di accelerazione nei recuperi da parte dei vigili del fuoco e del personale del soccorso alpino: erano 8 ieri prima di mezzanotte, sono diventate 18 le salme riportate in superficie.
Sono ore terribili, a distanza di ormai 6 giorni dalla valanga che ha cancellato il resort Rigopiano. Ancor più terribili, se possibile, perché la natura, le difficoltà alle quali sono costretti i vigili del fuoco, gli uomini del Soccorso Alpino, portano ad un crudele conteggio, ad una crudele lotteria sul chi è – uomo o donna? – l’ultimo recuperato in ordine di tempo.
Per assurdo, più un disperso resta tale e più aumenta l’angoscia dei congiunti, ma al tempo stesso – ecco la crudeltà in più in questa tragedia – proprio questo costituisce con l’alimentare ancora una flebilissima speranza per i familiari. Una crudeltà che presenta analogie simili solo con le ricerche dei dispersi dopo il terremoto del 24 agosto nell’Appennino centrale. E ad ogni recupero di cadavere s’innesta un’altra attesa: quella del riconoscimento ufficiale della salma, e anche questo finisce con l’alimentare quell’assurda lotteria cui ormai sembrano condannati i congiunti di quanti erano nell’hotel e di cui ancora non si conosce il destino. Compresi i famigliari di Alessandro Riccetti, il 33enne di Terni che figura ancora tra i dispersi.