Nessuna buona notizia dall’incontro che si è tenuto oggi, 16 dicembre, tra i sindacati degli alimentaristi che seguono la vertenza Novelli e l’assessore regionale Fioroni. Intanto non ci saranno le tredicesime per i lavoratori se non nell’ordine di un dodicesimo, che non si procederà ad effettuare le rimonte che sono necessarie per gli allevamenti. Tutto questo è venuto fuori ieri durante una discussione con i consulenti delle due curatele e i sindacati. E’ stato annunciato che le tredicesime dei dipendenti saranno pagate nel massimo di un 1/12, che non si procederà ad effettuare le rimonte, necessarie per la continuità produttiva dell’impresa, e che i contratti a tempo determinato saranno rinnovati senza una garanzia minima di giornate.
Ma i sindacati hanno le idee chiare e ritengono che le tredicesime si sarebbe dovute pagare prima dell’entrata in concordato da parte dell’azienda, evento degli ultimissimi giorni. “Prendiamo atto dell’ennesimo sfregio ai dipendenti, unici a pagare la forte situazione di dissesto aziendale”.
Per quanto riguarda il secondo punto, si sottolinea che, “benché l’investimento delle rimonte sia considerevole, è imprescindibile per poter continuare l’attività dell’impresa. Proprio la continuità aziendale è l’obiettivo che consulenti e curatele hanno sempre affermato di portare avanti. Date le ultime decisioni prese, non siamo più sicuri che questa sia la reale intenzione di chi amministra le sorti di questa azienda”.
Il terzo aspetto, quello dei rinnovi contrattuali, è altresì strettamente legato alla continuità aziendale. Si evidenzia che “tutti gli avventizi hanno prestato servizio per un numero di giornate altamente superiore a 100. Dunque, questo rinnovo costituisce un’ulteriore mossa scellerata ed incomprensibile. Inoltre, come viene tutelata l’occupazione se non è garantito nemmeno un numero di giornate minimo? Ci si chiede, poi, i tfr dei lavoratori stagionali saranno corrisposti? E gli accessori previsti per legge all’interno della retribuzione? La preoccupazione per questi lavoratori è fortissima”.
Passando alle problematiche relative ad Alimentitaliani, si sollecitano nuovamente le curatele a convocare un incontro quanto prima in merito alla cassa integrazione covid19 predisposta per il sito di Spoleto, che “ci risulta utilizzata in modi ambigui ed organizzata in modo non equo”.
A livello generale si ribadisce che, “nonostante siano i numerosi solleciti da parte delle OO.SS., non è stato predisposto un piano di riparto per i creditori privilegiati (i lavoratori) che tuttavia continuano con responsabilità a prestare servizio”.
L’assessore ha dimostrato forte interesse per la vertenza esprimendo la volontà di riportare l’attenzione del MISE sulla questione. Ha, in particolare, sostenuto che sarebbe necessaria l’apertura di un tavolo ed il vaglio di tutti gli strumenti che si potrebbero mettere in campo per salvaguardare un’azienda centrale per il territorio. Si confida, dunque, in un percorso condiviso con le istituzioni.
In conclusione, “si ritiene importante portare a conoscenza dell’opinione pubblica il comportamento delle curatele aziendali nei confronti degli eredi di una dipendente, tragicamente scomparsa questo autunno. Il Trattamento di fine rapporto è stato volutamente non corrisposto, quando era possibile, ed ora, nelle more del concordato preventivo, non può essere pagato. Questa manovra è assolutamente inaccettabile, ci si aspettava da parte della proprietà un minimo di umanità.
Attendiamo entro fine settimana risposte concrete e differenti da quelle ricevute durante l’incontro di ieri, in caso contrario siamo pronti ad intraprendere tutte le azioni di agitazione necessarie.”