Il ventesimo anno di attività del Gruppo Archeologico D.L.F. Terni si è concluso nel Caffè Letterario della biblioteca comunale con un’interessante conferenza tenuta dall’archeologo Carlo Virili: “I primi abitatori di Val Ternana. Note storiografiche, archeologiche e museografiche sulla preistoria e protostoria di Terni.”
“È il prosieguo di quell’ormai lontano incontro in cui nel 1902 il professor Giuseppe Bellucci, già rettore dell’Università degli Studi di Perugia e conoscitore dell’archeologia ternana, in una conferenza tenuta a Terni intitolata “I primi abitatori di Val Ternana”, spiega la Responsabile Gruppo Archeologico Maria Cristina Locci, delineò i principali rinvenimenti di epoca preistorica e protostorica nel nostro territorio, che, proprio in quegli anni, vedeva un grande fermento archeologico per le recenti scoperte della necropoli delle Acciaierie, attraverso la rassegna critica degli studi, l’interpretazione dei processi sulle prime forme complesse di popolamento, con uno sguardo rivolto non solo al presente, ma anche al futuro, su quelle modalità di conservazione, comunicazione e di valorizzazione del patrimonio, che il Museo Archeologico locale propone.”
Virili ha tenuto innanzitutto a precisare che storici improvvisati divulgano teorie del tutto devianti.
“Una delle più grandi fandonie che possano essere mai esistite, ha spiegato, è che le origini di Terni siano celtiche. Se ne parlate al di fuori di questo territorio pensano che siete pazzi o vi ridono dietro. Qui, invece, c’è questa ‘enclave psichiatrica’ che, per chi non ha filtro come un auditorio medio, ciò che può dire un professore e ciò che può dire l’ultimo arrivato, che butta la queste ipotesi, è uguale. Lo abbiamo visto con la pandemia quando la scienza è stata fortemente messa in discussione da chiunque in quel carnaio che è Facebook. Qual è la differenza tra un amatore ed uno studioso? Il primo non ha un metodo, il secondo ce l’ha un metodo per mettere insieme tutta una serie di dati e arrivare in senso galileiano alla tesi finale. È troppo semplice prendere duemila teorie e metterle insieme. Secondo me è necessario dare a chi ci ascolta concetti scientificamente accreditati.”
Virili ha poi centrato il suo intervento su “tre personaggi importanti per le memorie storiche di questa città: Giovanni Eroli di Narni, Luigi Lanzi di Stroncone e Giuseppe Bellucci di Perugia. Siamo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, un periodo di grande fermento culturale, c’è il Positivismo, lo Storicismo, iniziano i grandi scavi, si comincia a parlare, nel clima italiano ed europeo, di preistoria e protostoria come scienze. Qui a Terni la scoperta della grande necropoli delle acciaierie. Attraverso un esame dei loro manoscritti, delle loro ricerche, di quel tanto che hanno dato per la storia, per l’archeologia, ma anche per le dinamiche di valorizzazione del territorio, abbiamo tracciato un un itinerario intorno a queste tre figure recuperando quelli che sono stati i capisaldi della ricerca preistorica e protostorica nella valle ternana. Bellucci ha un’importanza enorme, è lui che ha scoperto o meglio ha messo per iscritto per la prima volta e ci ha lasciato memoria del grande deposito di bronzi di Piediluco. Lanzi come ispettore onorario si è occupato della necropoli delle acciaierie, ma anche di quel manufatto che da qualche anno è stato ripristinato, cioè il Ponte del Toro vicino alla Cascata delle Marmore. Eroli non solo perché la sua casa è diventata un museo, ma perché nella sua ‘Miscellanea narnese’ ha raccolto tutte le antichità del territorio appunto di Narni.”