di Davide Micacchi
Luis Antonio Jiménez Garcés. Classe 1984, cileno di Santiago. Soprannominato in patria “El Mago”, alla luce di un innegabile bagaglio tecnico messo in mostra sul terreno di gioco, fra alterne vicissitudini, per almeno un decennio nei massimi campionati professionistici italiani, al netto di una brevissima esperienza in terra d’Albione, prima della fuga negli Emirati, nel giugno del 2011, destinazione Al-Ahli Club, Dubai, a soli ventisette anni d’età.
Messosi in mostra nelle giovanili del Club Deportivo Palestino, realtà fondata nel 1920 a Osorno, città a sud di Santiago, da un gruppo di immigrati dalla Terra Santa, nel 2002 approda alla Ternana, all’abbrivio della stagione della ricostruzione dopo un biennio caratterizzato dapprima dalla mancata promozione nella massima serie e successivamente da un’inopinata retrocessione sul campo, compensata da un ripescaggio figlio del fallimento della Fiorentina. Il nuovo progetto si impernia ancora una volta su una figura emergente per il ruolo di guida tecnica della squadra, il giovane lombardo Mario Beretta, scelto per dare un nuovo sprint a malriposte ambizioni di gloria.
La stagione 2002-2003 per il giovane talento sudamericano rappresenterà una necessaria e opportuna fase di ambientamento ad un palcoscenico impegnativo come quello della serie B italiana. L’esordio assoluto in campionato per Jimenez data 26 ottobre 2002, laddove viene mandato in campo in luogo di Massimo Borgobello in quel di Ascoli, a partita oramai compromessa. Di lì, una manciata di primi in quel di Palermo, alla fine di novembre, fino a trovare una relativamente maggiore continuità d’impiego a conti fatti, nella mischia nei finali di gara di Trieste e Bari e in casa contro la Sampdoria.
E a suggello di questa prima esperienza in rossoverde, in corrispondenza dell’ultimo impegno stagionale, il fantasista cileno disputa per intero la sfida casalinga contro il Vicenza di Mandorlini, regalandosi peraltro la gioia della prima rete con la maglia della Ternana, realizzata al quarto d’ora, prima del definitivo pari ospite.
Scampoli d’esperienza sufficienti a confermare le prime buonissime impressioni degli addetti ai lavori circa le potenzialità del giovane talento cileno, già pronto almeno all’apparenza per rappresentare, se non proprio uno dei cardini del disegno tattico berettiano, quantomeno una credibile alternativa per un reparto offensivo di livello assoluto, con Massimo Borgobello, Mario Frick e Riccardo Zampagna a garantire da par loro un’invidiabile dote sul piano realizzativo.
La Ternana, alla vigilia della stagione 2003-2004, viene unanimemente annoverata fra le possibili sorprese di un torneo che mai come quest’anno si avvicina per valori potenziali alla massima serie.
Jimenez, da par suo, mira a ripagare da subito la fiducia concessagli dal mister. Schierato alle spalle della coppia d’attacco formata da Borgobello e Zampagna, colleziona due presenze dall’inizio in corrispondenza dei primissimi impegni del torneo, contro Albinoleffe e Messina, e dopo qualche panchina già dai primi di ottobre comincia a farsi largo in pianta stabile nelle alte gerarchie della squadra.
La Ternana in corrispondenza della parte iniziale del campionato tiene il passo delle grandi, Luis comincia a fornire un apporto sempre più tangibile oltre che nell’economia della manovra anche a livello realizzativo. Il primo gol stagionale arriva nel finale della gara interna contro il Catania di Oliveira, alla metà di ottobre, al culmine di una gara battagliata fino in fondo, con la rete del cileno a mettere al sicuro la vittoria allo scadere, dopo il vantaggio agguantato appena un minuto prima da Frick, autore anche della marcatura che aveva aperto la contesa.
E neanche due settimane dopo, arriva l’exploit contro l’Avellino di Zeman. Due le reti messe a segno dal giovane trequartista, per un doppio vantaggio rossoverde poi vanificato dal ritorno degli irpini, in dieci da inizio gara per l’espulsione del portiere Cecere, che con Contini e Moretti riacciuffano il pari.
Per il cileno, ad ogni modo, si tratta di un ulteriore tassello posto a fondamento della propria personale ascesa al soglio della ribalta, e giungerà a stretto giro per lui e la squadra l’occasione giusta per il conseguimento di una visibilità che solo certi episodici eventi sportivi possono assicurare.
Tredicesima di andata, a Terni scende la nuova Fiorentina di Cavasin, nobile decaduta che grazie ad un artificioso doppio salto di categoria per meriti sportivi riguadagna l’anticamera della massima serie calcistica dopo appena poco più di un anno dalla rinascita come Florentia Viola.
Qui sotto il gol di Jimenez contro la Fiorentina
La partita è ormai archiviata fra le pagine più memorabili della storia recente rossoverde, ad Jimenez va il giusto tributo, oltre che per l’ennesima ottima prestazione, alla luce del gol del nuovo pari realizzato a due terzi di gara, palla al centro, pochi istanti dopo che gli ospiti erano riusciti con Manfredini a riportare il risultato dalla propria parte.
Davide Micacchi
Fine prima parte