Di Chiara Furiani
Era ora.
Ben tornati, ben ritrovati, Quintorigo originali!
All’Urban, mecca della musica dal vivo in quel di Perugia, ha fatto tappa la rediviva formazione romagnola per il tour dedicato al venticinquennale di “Rospo”, l’indimenticato, travolgente esordio di questa compagine decisamente sui generis per il panorama musicale italiano.
Non che in questi anni John De Leo – l’incredibile cantante e frontman del gruppo – e gli altri fossero scomparsi del tutto dai radar.
Semplicemente le loro strade, come troppo spesso accade nelle band, si erano separate, ma in questo caso davvero troppo presto, dopo appena sei anni dalla fortunata partecipazione del 1999 a Sanremo e quattro album all’attivo.
In questo lunghissimo frattempo, da un lato De Leo aveva dato sfogo al suo eclettismo e alla sua vena sperimentale in vari progetti, rimasti però per lo più poco visibili.
Dall’altro i rimanenti componenti avevano provato in tutti i modi a trovare un degno sostituto, e tanti si sono succeduti, ma per dire la verità, senza riuscire mai ad eguagliare il livello del transfugo e perdendo nell’insieme anche parecchia verve in quanto a proposta.
Due percorsi che sembravano destinati a non intrecciarsi mai più, e invece, pochi mesi fa, la notizia.
Una reunion che – e tutti sperano davvero che non sia una meteora – ha donato di nuovo al pubblico la possibilità di ascoltare quello per cui i Quintorigo avevano giustamente stravolto il mondo musicale del Belpaese: l’unione impattante, spiazzante, tra una voce duttilissima, quella di De Leo, debitrice senza dubbio dell’eredità di Stratos, ma dotata di una forza tutta sua e capace di far volare altissimo qualsiasi materiale, da quello originale alle cover rock dai Deep Purple a Jimi Hendrix, e un ensemble d’archi + sassofono capace di abbandonare la comfort zone per volare in terra incognita.
Con De Leo che, anzichè perdere smalto, negli anni ha acquisito una tecnica e un’incisività persino superiore a quella degli inizi.
Sia chiaro, nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza chi ha fatto da apripista, gli americani Kronos Quartet, che per primi, negli anni ’90, hanno votato il quartetto d’archi all’esplorazione di generi – dal jazz, al rock, e chi più ne ha, più ne metta, con tanto di relativa effettistica e distorsore – decisamente poco consueti per una formazione che di solito si dedica all’esecuzione del repertorio classico.
Resta il fatto che i Quintorigo per primi in Italia hanno saputo cavalcare l’onda e con la loro esplosiva proposta hanno sconvolto addirittura l’asfittica vetrina sanremese – che per fortuna di rado si apre anche alle novità interessanti.
Un ritorno graditissimo quindi, e tutti sperano questo sia solo l’inizio di una ritrovata collaborazione.
Perchè anche ieri, da “Purple Haze” di Hendrix, a “Highway Star” dei Deep Purple, e poi con gli originali “Rospo”, “Bentivoglio Angelina” e molte altre, il pubblico l’ha fatto capire benissimo.
Ci siete mancati, davvero tanto.
Mentre un grandissimo, Paolo Benvegnù, ci ha lasciati per sempre e ci ha fatto sanguinare i cuori, almeno voi rimanete con noi e regalateci altra musica meravigliosa.
L’Urban continua naturalmente con la sua programmazione, tutta da tenere d’occhio, e si procede, per adesso, con WHITEMARY il 25 gennaio, OKGIORGIO il 7 febbraio e gli OFFLAGA DISCO PAX il 12 aprile.