Francesco Bruni , ternano, 28 anni, già insegnante di religione, ha sulla pelle una abbronzatura che potrebbe far pensare a giornate al mare o in piscina.Ore trascorse sotto il sole, in spensieratezza. Così invece non è. Francesco è appena tornato da un pellegrinaggio, che ha dovuto interrompere per i guai fisici del suo compagno di viaggio, don Angelo Gatto, cappellano dell’ospedale Santa Maria di Terni, che ha riportato delle microfratture a un ginocchio. Il pellegrinaggio, iniziato il 2 luglio, li avrebbe dovuti condurre da Milazzo fino ad Assisi: il cammino di sant’Antonio da Padova attraverso la via Popilia.Pellegrinaggio che, invece, si è interrotto, a “Morano calabro – ci dice Francesco – dopo 394 chilometri che abbiamo percorso in 12 giorni.” Spesso sotto un sole cocente.
Per Francesco non si trattava del primo pellegrinaggio in assoluto. Infatti lo scorso anno aveva dapprima percorso la via Lauretana, da Assisi a Loreto (in 7 giorni, 170 chilometri) e, poi, subito dopo aveva intrapreso l’esperienza “forte” del Cammino per Santiago (30 giorni, 800 chilometri)
Un totale di 970 chilometri, a piedi.
“Santiago – afferma Francesco Bruni – dà la possibilità di riscoprire la propria interiorità anche se pochi – e questo mi ha colpito – lo facevano cercando la propria dimensione interiore piuttosto chi per sport, chi per dimagrire, chi alla ricerca di una propria spiritualità.”
“Santiago è la semplicità e l’essenzialità della vita che toglie tante paure.Nella quotidianità ci riempiamo di tante cose che poi, durante il cammino, capiamo non essere fondamentali: per fare 30 chilometri al giorno – aggiunge Francesco – viaggi con un zaino di 10/11 chili e ti rendi conto che hai solo due magliette, due paia di mutande, due paia di calzini, poche altre cose che basteranno in quel mese, ti rendi conto che si può fare. La cosa bella è che tu torni più forte, hai una percezione di te stesso completamente diversa e questo ti rende meno vulnerabile nel reggere i pesi della giornata.Si impara a dare a ogni cosa il giusto peso perché il pellegrinaggio ti fa mettere al centro la verità,di te stesso e della tua vita, anche se parti da ateo o da agnostico.”
ALLA RICERCA DI DIO
“Io cercavo una riposta da Dio – dice Francesco – e Dio me l’ha donata e la risposta che mi ha dato, alla fine del cammino, ci tengo a sottolinearlo, è proprio che il Signore mi ama nella libertà, io sono libero di fare quello che voglio nella vita ma di farlo con amore, impegno, autenticità e verità.Sono arrivato con uno sguardo diverso sulla mia vita. Prima era:cosa faccio, come realizzo, ora è sono amato, a chi offro la mia vita.”
Con la Diocesi di Terni Francesco Bruni sarà prossimamente impegnato nella Giornata nazionale della Gioventù.
“Il mio compito sarà quello di accompagnare dal 4 al 12 agosto 50 ragazzi della diocesi in un cammino verso Roma che si concluderà nella Giornata nazionale della gioventù poiché quella mondiale si terrà a Panama, a gennaio, e sarà troppo costosa. Il Papa, quindi, ha chiamato i giovani italiani a riunirsi a Roma per due giorni. Io partirò martedì (17 luglio) per verificare , a piedi, se la via Amerina è praticabile e percorribile in sicurezza.”
IL PELLEGRINAGGIO LO PUO’ FARE CHIUNQUE
“Un pellegrinaggio lo consiglierei a chiunque – afferma Francesco – perché il camminare è di ogni uomo, un cammino non solo esteriore ma anche interiore.Il camminare esteriormente ci aiuta a entrare dentro noi stessi, scoprirci e scoprire la voce di Dio che parla dentro il nostro cuore.E lì che scopriamo l’origine della nostra vita. Conosci te stesso per conoscere Dio. Camminando si impara.”