Si fanno prendere dalla nostalgia alcuni degli abitanti di Città Giardino e non si dicono proprio soddisfatti del fatto che la motosega sia in azione da mattina a sera per abbattere quei quattro (più quaranta, in verità) pini romani che “minano la sicurezza”. E’ vero, certo, che essi avevano necessità di cure, ma – chissà- forse valeva la pena di cercare in tutti i modi di salvare il salvabile di quello che per Terni era un monumento, un posto – i giardini di via Lungonera – dove andavano i bambini che abitavano nelle periferie sud della città, la zona “povera”. Certo, chi è cresciuto chissà dove (sia un’altra città che in una casa vicino alla Passeggiata o in un posto per ricchi) che ne sa? Che ne sa della vasca con i pesci rossi, delle panchine, del profumo della resina, delle piccole aiole con i fiori veri… Nostalgie di poveri vecchi, non ragionamenti di virili giovanotti quali si spacciano certi che, fulminati sulla via che porta alle fonti del Po, hanno scoperto che siccome è caduto un ramo ed ha danneggiato un pezzo di muro di cinta di una villa, quei pini sono “assassini” e comunque pericolosi.
E vabbé. Solo che l’occasione è diventata buona per affrontare una volta per tutte la questione e dichiarare guerra a tutti i pini della città. Chi è che non s’accorge che molto spesso alberi di quel genere creano problemi? Tutti vedono com’è ridotto quel pezzo di strada dalle parti di via Bramante, pericoloso e dispendioso per la necessità di continue riparazioni -ma che c’entrano i pini di Cardeto?.
Certo che bisogna intervenire. Magari togliendo quei pini e mettendoli da un’altra parte, dove ad esempio le loro radici possano svilupparsi senza incontrare fognature, basamenti di cemento armato e quant’altro. Non ci sono i soldi, si dice, e -ovviamente – tutti sappiamo per colpa di chi. Quel che mette pensiero è – invece – che si sia giunti sic et smpliciter a decidere di cancellare un’intera genia verde della città. “Però – dicono quei nostalgici di Città Giardino – potevano anche informarci, sentire il nostro parere, darci un minimo di soddisfazione, farci magari persuasi. In fondo qui ci abitiamo. Ci viviamo”.
Troppo lusso. E per la riprova basterebbe chiedere a quei cittadini del centro che, a loro volta, si lamentano perché mentre si progetta la rivisitazione profonda della zona a traffico limitato nessuno li ha coinvolti o chiesto il loro parere. C’è qualcuno che pensa, forse, che la Ztl funzioni bene così? Non funziona, va rivisitata, cambiata insieme a tutto il piano del traffico che consente, tanto per dirne una, che in città transitino centinaia di Tir ogni giorno. In effetti l’assessore al “ramo” (finché non arriva la motosega pure per lui) si sta incontrando con le categorie, i commercianti, gli artigiani, i trasportatori per arrivare ad una decisione partecipata. Buona cosa, ma non gli sarebbe costato niente, e niente gli costerà, convocare anche i residenti del centro storico, incontrarli insomma. Che siano o no organizzati in gruppi o associazioni.
Lo farà, sicuramente. E’ che forse finora non ci ha pensato… Come non ci hanno pensato quelli di sega selvaggia. Ma se così fosse la faccenda sarebbe più preoccupante.