392 milioni di euro. È questa la cifra che nel 2020 gli automobilisti dell’Umbria hanno speso per la manutenzione e la riparazione delle loro autovetture. Si tratta di una cifra inferiore del 17,9% rispetto alla spesa relativa al 2019. Perugia è la provincia che ha registrato il maggiore calo -18,9% mentre Terni si attesta a -14,5%. Questi dati derivano da uno studio dell’Osservatorio Autopromotec, che è la struttura di ricerca di Autopromotec, la più specializzata rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico.
La dinamica della spesa per la manutenzione e la riparazione di autovetture, spiega l’Osservatorio Autopromotec, è influenzata sostanzialmente da tre fattori: la variazione dei prezzi per i servizi di assistenza alle auto, la variazione del parco circolante di auto e la variazione della quantità di interventi di officina. I primi due fattori sono in crescita e hanno contribuito nel 2020 a sostenere la spesa per la manutenzione e la riparazione di auto, mentre il terzo fattore, in calo, l’ha penalizzata fortemente. Infatti, se da un lato vi è stata una modesta crescita dei prezzi dei servizi di assistenza alle auto (+1,1%) ed un lievissimo aumento del parco circolante di autovetture (+0,3%), ciò che ha causato il crollo della spesa è stato il forte decremento della quantità di interventi di officina per le operazioni di manutenzione e di riparazione che, in base alle stime dell’Osservatorio Autopromotec, è stato del 20%. Tale percentuale è stata desunta sulla base di inchieste mensili condotte su un campione rappresentativo di officine di autoriparazione, dalle quali emerge che nel 2020 vi è stato un forte rallentamento delle attività di autoriparazione dovuto alle stringenti restrizioni alla circolazione per via dell’emergenza Coronavirus. L’effetto congiunto degli elementi che influiscono sulla spesa per la manutenzione e la riparazione di autovetture, dunque, ha determinato per gli italiani un esborso complessivo che è stato stimato dall’Osservatorio Autopromotec in 27 miliardi, una spesa che crolla ai livelli del 2012.