Il delitto Pasolini, consumato all’idroscalo di Ostia nella notte fra il primo ed il due novembre del 1975, a distanza di 48 anni fa ancora discutere e solleva infiniti interrogativi.
Avvolto in una coltre di misteri, omissioni, depistaggi e ripetuti tentativi di insabbiamento, rimane uno dei maggiori gialli italiani che attendono ancora di essere risolti.
Del “caso Pasolini” si parlerà il 28 ottobre alle ore 17.30 nella sala consiliare del Comune di Orvieto in occasione della presentazione del libro dell’avvocato Stefano Maccioni, colui che ha chiesto la riapertura delle indagini sull’omicidio del regista, poeta e scrittore italiano.
Il volume “Pasolini, un caso mai chiuso”, Round Robin Editrice, sarà presentato dall’avvocato Maccioni nel corso di un’intervista con l’autrice Rosella Lisoni, studiosa ed esperta dell’opera pasoliniana.
L’incontro è promosso dal Club Amici della Stampa e da Unitre.
Introdotta da Claudio Lattanzi e con il saluto istituzionale del presidente del Consiglio comunale Umberto Garbini e del presidente di Unitre Riccardo Cambri, l’intervista sarà intervallata da letture di alcuni brani del volume da parte di Anna Maria Fausto docente Unitus, di Alberto Romizi vice presidente di Unitre e performance di Pietro Benedetti, attore, regista e narratore di comunità.
L’evento, ad ingresso libero, cercherà di ricomporre il puzzle di un caso irrisolto, mettendo in luce verità scomode che l’avvocato racconterà fornendo prove documentali e testimonianze importanti.
L’incontro svelerà le ragioni che hanno condotto il regista Stefano Grieco, amico e collaboratore di Pasolini e il suo legale – l’avvocato Stefano Maccioni – a chiedere la riapertura del caso dopo 48 anni dall’uccisione di colui che ha scritto la storia della letteratura del 900, lottando con “le armi della poesia” esponendosi sempre in prima persona e “gettando il suo corpo nella lotta”.