Il docufilm sulla villa romana di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina, voluto e ideato dall’archeologo David Soren, sarà proiettato al Ram Film Festival di Rovereto. Lo rende noto il sindaco Alessandro Dimiziani che sottolinea l’importanza del festival in svolgimento dal 2 al 6 ottobre organizzato dalla Fondazione Museo Civico che dal 1990 dedica all’archeologia e al patrimonio culturale materiale e immateriale questa iniziativa.
Lo stesso Dimiziani sarà presente al Festival insieme al direttore di produzione Luca Mandolesi di Flyover by AdArte e al regista Ermanno Betti.
Il docufilm unico è interamente dedicato alla storica villa romana di Poggio Gramignano. Il progetto è stato finanziato dalla fondazione Mary & Joseph Cacioppo ed il soggetto è stato scritto dal professor Soren, l’archeologo statunitense dell’Università dell’Arizona che fu il primo a scavare, nel 1988 nell’area archeologica.
Il docufilm combina analisi scientifica e narrazione romanzata, è arricchito da spettacolari ricostruzioni in 3D e mira a raccontare la storia del sito attraverso una fusione di realtà e finzione dove il passato della villa viene vivificato mediante avanzate tecnologie di visualizzazione 3D.
Iniziati nel 1988, ricorda il sindaco, gli scavi condotti da Soren hanno portato alla luce una serie di scoperte significative, inclusa una vasta villa rustica del I° secolo a.C. e una necropoli di bambini, rivelazioni che hanno posto Poggio Gramignano al centro dell’attenzione archeologica in Umbria.
Il documentario vede la partecipazione di Roberto Montagnetti, archeologo originario di Lugnano, che ha dedicato la sua carriera allo studio delle rovine di Poggio Gramignano.
Montagnetti offre il suo punto di vista scientifico e partecipa anche come attore, interpretando se stesso nel ruolo di archeologo nel corso delle ricostruzioni drammatizzate.
La produzione ha coinvolto attivamente la comunità locale di Lugnano, con molti residenti, soprattutto bambini, che hanno partecipato come comparse.
Il docufilm esplora anche le implicazioni delle recenti campagne di scavo che si sono succedute dal 2016 e che hanno portato a nuove scoperte e interpretazioni che verranno dettagliate in pubblicazioni previste per la fine dell’anno.
Originariamente concepita come una residenza rustica, la villa di Poggio Gramignano si trasformò nel corso dei secoli in un complesso di grande lusso. Le strutture comprendevano ampie aree residenziali, termali e produttive, testimoniando l’importanza economica e sociale di questo sito nel tessuto rurale dell’antica Roma. Le ricerche hanno rivelato non solo la grandezza architettonica del sito, ma anche aspetti della vita quotidiana degli antichi Romani, grazie al ritrovamento di oggetti domestici, decorazioni e mosaici.
Questi elementi contribuiscono a ricostruire un’immagine vivida dell’eleganza e della complessità della vita in una villa romana. Particolare rilevanza dell’attrattività che ha Poggio Gramignano è giocata dalla villa romana. Questa, infatti, non è solo in grado di attirare appassionati di storia e archeologia, ma è anche un luogo di grande bellezza paesaggistica.
La gestione del sito ha implementato percorsi didattici e pannelli informativi che a breve verranno installati e che permetteranno ai visitatori di comprendere meglio la storia e l’importanza del luogo. Inoltre periodicamente vengono organizzate esposizioni e eventi che permettono di valorizzare ulteriormente il sito e di aumentarne la visibilità.