Slitta ancora il decreto “sostegni”. Almeno alla prossima settimana perché necessitano approfondimenti e confronti all’interno della maggioranza.
Dalla bozza che circola è molto simile al decreto “ristori” del precedente governo. Si tratta di assegnare i 32 miliardi di euro di extradeficit già autorizzato dal Parlamento.
Il primo nodo è rappresentato dagli indennizzi alle attività produttive: abbandonando i codici Ateco la platea si fa molto più ampia e un limite di fatturato per accedere è inevitabile. Le simulazioni effettuate fin qui includono anche i professionisti e adottano il tetto dei 5 milioni, quello applicato già lo scorso anno con i primi contributi a fondo perduto del decreto Rilancio.
Si starebbero facendo i calcoli per vedere di portare questa soglia fino a 10 milioni, e non rischiare di lasciare fuori ad esempio attività del turismo che, pur nell’ ambito delle Piccole e Medie Imprese , superano in tempi ‘ normali’ il limite dei 5 milioni.
Il meccanismo al momento prevede aiuti a chi ha perso almeno il 33% nel confronto fra l’ intero 2020 e il 2019 e 4 classi di indennizzo, distinte in base al fatturato, che vanno dal 30%
per i più piccoli (fino a 100 mila euro) al 15% tra 1 e 5 milioni, con indennizzi di minimo 1000 euro e massimo 150 mila euro.
Nel pacchetto imprese potrebbe entrare anche una nuova proroga delle misure di sostegno alla liquidità, come le moratorie sui prestiti, ma anche un intervento sulle norme fallimentari, promosso dal viceministro all’ Economia Laura Castelli.
L’ esponente M5S ha curato in questi mesi anche il capitolo fiscale con cui si dovrebbe congelare per altri due mesi la riscossione delle cartelle, mentre non è detto che la rottamazione quater e il nuovo saldo e stralcio riescano a entrare subito nel testo del decreto Sostegni.
Si discute della soglia da fissare per un nuovo stralcio delle vecchie cartelle che intasano il magazzino della riscossione (si ragiona sul limite di 5 mila euro), si starebbe anche valutando se mettere in campo una nuova sospensione dei versamenti in scadenza il 16 marzo, in attesa anche di decidere come utilizzare il fondo creato con l’ ultimo
decreto Ristori per ridurre o cancellare i versamenti di Irpef, Ires, Irap, Iva o contributi già bloccati dall’ autunno per le imprese in perdita o costrette a chiudere nelle zone arancioni e rosse.