Stiamo vivendi tutti tempi molto complicati, ancor di più chi si trova costretto a combattere una malattia, qualsiasi essa sia, in una stanza d’ospedale.
Mi ha colpito ciò che ha scritto la professoressa Marinella Angeletti, insegnante di lettere a Narni, presso l’istituto Gandhi. Le considerazioni che potete leggere, infatti, sono le sue e le ha pubblicate sul suo profilo Facebook. Sono la testimonianza dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e la speranza di poterla superare grazie anche all’impegno di quanti sono esposti in prima fila da mesi.
DI MARINELLA ANGELETTI
La mia “CAMERA CON VISTA” oggi si affaccia da una stanza d’Ospedale sulla mia amata Terni, dal lato della paterna Miranda, aspettando che un raggio di sole squarci la nebbia mattutina, filo sottile di speranza, e faccia tacere il suono, inarrestabile per tutta la notte, delle sirene che annunciano l’arrivo dei malati Covid nel reparto di fronte, nessuno può più uscire dalla propria stanza o dal reparto e ogni malato pensa a chi sta male,peggio di lui, o solo a se stesso…Sembra di essere ritornati ai tempi della Guerra e dei bombardamenti descritti dai nostri nonni, ma adesso il pericolo non viene dal cielo, che è la speranza, ma è un NEMICO INVISIBILE che ci attanaglia il cuore e ci mette paura… ma ecco,forse sta uscendo il sole…Grazie a tutti i dipendenti ai vari livelli,dal più alto al più basso,del Servizio Sanitario Nazionale e delle strutture private,che certamente daranno una mano, per custodire e salvare le nostre vite, esponendosi ai massimi rischi, veri e propri “ANGELI CUSTODI DEL CORPO E DELL’ ANIMA” per scelta , missione, senso del dovere, perché VOGLIONO ESSERE COSÌ…