L’attenzione è quasi completamente dedicata alle vicende del coronavirus, e così è passato del tutto in secondo piano qualche avvenimento politico locale in cui si può leggere qualche significato seppur collegato ad un unico fatto: le elezioni suppletive per il Senato vinte largamente da Valeria Alessandrini, leghista e candidata del centrodestra. Non s’è capito bene se lei o la commissaria Barbara Saltamartini, ma una delle due o tutte e due ci sono riuscite a farsi largo nelle cronache del Covid 19, delle zone rosse, delle norme eccezionali estese a tutta Italia: un figurone, sono riuscite a fare, accaparrandosi l’attenzione di tutta la penisola, ma anche delle isole, con il selfie della neo eletta sorridente al massimo possibile, davanti ad un attruppamento di festeggianti. Un bel messaggio di sensibilità oltre che un tempismo eccezionale nel mandare in giro quella foto proprio mentre il Governo emanava direttive che facevano appello al senso civico dei cittadini invitati anche ad evitare assembramenti, riunioni affollate e a mantenere almeno un metro di distanza l’uno dall’altro.
Se il buongiorno si vede dal mattino c’è da star contenti e fiduciosi in questo povero collegio senatoriale Umbria 2. Che al voto ha risposto in maniera moscia, ma va considerato che è successo così anche per le suppletive tenutesi a Napoli e Roma: non “tirano”. E per di più nel caso umbro c’era da fare i conti anche col coronavirus quale quinto candidato.
Però bisogna dire che qualcosa si muove. Con un po’ di ottimismo qualcuno potrebbe anche far notare che a Terni città – la prima roccaforte leghista umbra – i voti al senato sono stati in maggioranza lievissima dalla parte delle opposizioni. Parliamo di una ‘nticchia, di un niente: il 42,38 per cento di Pd e Sinistra Civica Verde che appoggiavano la candidata di centrosinistra Elisabetta Mascio, se sommato al risultato (più che moscio) dei Cinquestelle (7,43%) risulta dello 0,33% superiore al 49,48% del centrodestra, se si vuole gli si può dare un grande significato, che è quello che per il centrosinistra c’è molto da lavorare e – soprattutto – lavorare con serietà e senso civico spiccati, ma… eppur si muove. E’ un po’ quel che sostiene proprio Sinistra Civica Verde che, nel ringraziare la candidata, ha sottolineato che “È possibile invertire la rotta poiché, già da questa campagna elettorale, abbiamo notato una certa inversione di tendenza. La Sinistra e i Cinque Stelle a Terni ad esempio, se fossero stati insieme, avrebbero superato la candidata Alessandrini, nonostante le forze schierate in campo in suo sostegno siano state di alto rango, figure istituzionali incluse”. “Segno della fine della luna di miele con la giunta Latini – continua Sinistra Civica Verde – o con le poche idee e progetti messi in campo per la città. Ci è chiaro che la strada è lunga ma che il cammino è iniziato e va continuato, con Maria Elisabetta Mascio e con tutte le forze democratiche e progressiste che sapranno raccogliere le istanze dei cittadini e che non si rassegnano ad un’Umbria a trazione leghista”..
Qualcosa di nuovo, nel centrosinistra, si sente: intanto sembra si sia usciti dal coma se si comincia addirittura a polemizzare. E’ successo che Alessandro Gentiletti, consigliere comunale di Senso Civico, ha criticato il Pd per non essersi speso abbastanza nel sostegno a Mascio. La replica da via Mazzini è quanto meno segno che qualcuno ogni tanto ci va nella vecchia sede! “Sono stato fiero di aver sostenuto Elisabetta Mascio – ha dichiarato Gentiletti – una persona perbene che ci ha messo tutta sé stessa, che si è battuta per i nostri valori e quelli della nostra città. Spiace constatare ancora una volta che non tutti abbiano fatto ciò che potevano, a partire dal partito democratico che prima le ha chiesto di candidarsi e poi non è pervenuto. Continuando a scavare non si va molto lontano. Il nostro impegno per Terni – concludeva Gentiletti – continua, con forza, passione e determinazione”.
Il Pd ha replicato a quella che ha considerato una dichiarazione offensiva: ““Il PD di Terni è la principale componente del risultato elettorale ottenuto in queste elezioni e il PD stesso è il secondo partito della città e della regione, ci dica Gentiletti quanto vale lui in termini elettorali, che cosa e chi rappresenta. Riteniamo certe uscite assolutamente sterili, intrise di un personalismo asfittico e inconcludente – continua la replica – che nulla hanno a che vedere con il senso della realtà e con un complessivo progetto di città che si tenta a fatica di realizzare. Il PD di Terni intende continuare su questa strada intrapresa, la costruzione di una nuova alleanza sociale e politica all’interno della città, una coalizione di forze che possa nel tempo, e con il confronto, costruire un nuovo progetto di città, plurale, includente e partecipato con le varie anime progressiste del nostro territorio”.
La questione, vista dall’esterno, è che i “contendenti” sembra parlino di due diversi Pd: quello esistente fino al passaggio della ruspa e quello che faticosamente sta cercando di darsi un nuovo volto, che è poi il vero volto di un partito di sinistra, riformista e progressista. Quel Pd “anteruspa”, quello dei “capibastone”, dei giochi di potere, dello spostamento di pacchi di voti diventati quasi patrimonio personale di questo o di quello, probabilmente non ha votato centrosinistra ed alcuni dati che balzano agli occhi guardando i risultati dell’8 marzo in centri significativi della provincia di Terni, sembrano confermarlo. Ma per far passi in avanti il centrosinistra deve rinnovarsi fin nel profondo, cosa che richiede sacrifici e rinunce oltre che un lavoro certosino e costante.