“Il pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria di Terni è ormai diventato da bollino rosso e ai limiti del collasso, a causa della mancanza di personale e di spazi adeguati. Ad Amelia sono stati assunti dei provvedimenti relativi al Punto di primo intervento (Ppi) che prevedono addirittura la chiusura nei fine settimana di luglio, giorni in cui risulterebbe invece ancor più fondamentale tale presidio. Si tratta dunque di un quadro in cui i cittadini della provincia di Terni continuano a pagare le conseguenze della gestione regionale che sta gradualmente smantellando i servizi sanitari della provincia”.
Lo scrivono i consiglieri regionali di minoranza Fabio Paparelli (portavoce e primo firmatario), Simona Meloni, Michele Bettarelli e Tommaso Bori (Pd), Thomas De Luca (M5S), Andrea Fora (Patto civico), Vincenzo Bianconi e Donatella Porzi (Gruppo misto), i quali hanno presentato una interrogazione per chiedere “quali azioni urgenti la Giunta regionale intenda adottare affinché il Ppi di Amelia non debba subire chiusure o limitazioni di orario nel periodo estivo e quali sono gli intendimenti affinché venga assunto all’ospedale di Terni personale stabile per potenziare il Pronto soccorso”.
“La questione del Pronto soccorso ternano – spiegano i consiglieri di minoranza – è alquanto spinosa. La struttura risulta sempre più in affanno a causa di una grave carenza di personale medico e della necessità di implementare i servizi. Sono andate male le procedure selettive di reclutamento e per ovviare a ciò, l’azienda ha intrapreso una strada che rischia di causare solo malumori e tensioni nel personale interno. È stata infatti indetta una manifestazione di interesse rivolta ai dirigenti medici dipendenti per dei turni in regime di produttività aggiuntiva, retribuiti solo se effettuati al di fuori dell’orario di lavoro. La retribuzione avverrà solamente ad ore effettivamente lavorate ed è quantificata in una tariffa oraria di 100 euro lordi pertanto un turno di guardia notturna di 12 ore incide per 1.200 euro.
Con 5 turni si spendono 6mila euro, il costo mensile di uno stipendio di un professionista.
Tale scelta ovviamente – aggiungono i consiglieri della minoranza – sta creando malumori nel personale dipendente che da sempre opera con grande professionalità e grande sacrificio, che vedrebbe accanto a sé lavoratori che percepiscono emolumenti di gran lunga superiori al personale stabile. Ecco dunque la necessità di interventi in grado di far tornare la sanità umbra competitiva e appetibile per i professionisti”.