L’economia italiana registra delle previsioni positive, che dipendono in larga parte dal rilancio dell’edilizia che viene sostenuto dall’attuale configurazione di un complesso di incentivi (bonus ristrutturazioni 50%, ecobonus 65%, etc., bonus facciate 90%).
Il Presidente di Confartigianato Imprese Umbria Mauro Franceschini ritiene che “sarebbe grave andare a svuotare e depotenziare gli strumenti che stanno funzionando bene prima che abbiano sviluppato completamente i loro effetti positivi nell’economia e nell’occupazione.”
Secondo l’ultimo rapporto della Camera dei deputati sugli incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, le detrazioni per il recupero edilizio determinano l’87,2% degli investimenti incentivati e mediamente attivano 22,3 miliardi di investimenti all’anno, il 45% in più dei 15,36 miliardi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per gli interventi per l’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.
“Non si tratta solo il superbonus, ma è il complesso degli incentivi all’edilizia che sta determinando la ripresa – afferma Pierangelo Lanini, presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria, l’associazione delle imprese edili della Confartigianato Regionale – quindi anche solo la rinuncia al bonus facciate determinerebbe un rallentamento complessivo del sistema dell’edilizia, oltre che un danno evidente ai privati.”
“Inoltre – prosegue Lanini – mentre confidiamo che il Governo dia ascolto alle richieste che vengono dalle imprese per prorogare tutti gli incentivi all’edilizia nella configurazione attuale, non possiamo non rilevare con preoccupazione che anche le continue notizie di ipotesi di interventi limitativi generano da sole un clima di incertezza che crea difficoltà alle imprese, le quali devono poter investire e programmare le attività in un clima di stabilità, già oggi invece complicato dalle dinamiche al rialzo dei prezzi delle materie prime”.
Senza contare inoltre che gli incentivi all’edilizia non promuovono solo il rilancio economico, ma sono la realizzazione di politiche che intendono orientare il Paese verso un nuovo sviluppo incarnato dalla transizione ecologica e che solo alti tassi di sviluppo possono garantire l’equilibrio economico del bilancio della Stato.