Sembrava che il ramo della ex Novelli che si interessava della produzione di uova avesse una via più facilitata nello smembramento della società alimentare in amministrazione controllata. E tutto era condizionato dal fatto che si sarebbe dovuto fare un “ricarica” di nuovi pulcini, insomma programmando il futuro per evitare che la ventina di dipendenti del sito amerino di Casalta, ma anche quello di Spoleto, poi non avessero più prospettive. I sindacati, va detto, hanno atteso,hanno blandito, sono stati tolleranti, fidandosi delle promesse dei liquidatori che hanno in mano la vicenda ma alla fine, adesso, si iniziano ad interrogare, a preoccuparsi.
“Che fine ha fatto il bando per la vendita del ramo uova dell’ex gruppo Novelli? – dicono i sindacalisti del settore alimentari della Cgil, Cisl, Uil – le lavoratrici ed i lavoratori e chiedono risposte alle due procedure fallimentari, quella di Alimentitaliani, ex gruppo Novelli, e quella di Fattorie Novelli Agricole. Da quanto ci era stato comunicato nei mesi passati a questo punto il bando avrebbe dovuto essere già stato pubblicato. Ricordiamo l’importanza di trasferire a imprenditori seri la business-unit uova, che detiene la commercializzazione del marchio Ovito di rilevanza nazionale, e il passaggio delle quote degli allevamenti siti in Spoleto e Casalta/Amelia”.
Per i sindacati servono imprenditori che abbiano le capacità per dare continuità e sviluppo all’azienda, con un piano industriale serio e duraturo nel tempo.
“Non ci sono più margini se vogliamo garantire continuità produttiva e mantenimento occupazionale, in una regione falcidiata da logoranti vertenze di lavoro – insistono Flai, Fai e Uila. Pertanto chiediamo a tutti i soggetti interessati, che ogni azione messa da loro in campo sia a salvaguardia di questo patrimonio produttivo e occupazionale, tenendo conto che parliamo di un’azienda alimentare, con presenza di allevamenti”.
Le tre sigle dei lavoratori evidenziano poi la delicata situazione di Fattorie Novelli Agricola messa in liquidazione, con una forte esposizione debitoria.
“Si attende con trepidazione il giudizio del tribunale di Terni sull’assegnazione dell’asta giudiziaria dei capannoni di Casalta – sottolineano ancora Flai, Fai e Uila – chiediamo quindi al liquidatore delle Fattorie ed ai curatori delle due procedure di favorire al più presto tale passaggio, che dia continuità a tutti gli sforzi fatti fin qui dai dipendenti nel mantenere le attività in piedi”.
Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil evidenziano come in questi anni siano passati “tanti consulenti, con importanti onorari, tutti pagati dalle procedure con riparti in prededuzione, ma i piani di riparto per i creditori privilegiati ( ovvero i dipendenti) non sono mai stati fatti”.
Questa attesa infinita, per Cgil, Cisl e Uil, è incomprensibile: “Non c’è più tempo – insistono i sindacati – e per tali ragioni abbiamo sollecitato un tavolo tecnico alle curatele fallimentari di Alimentitaliani e Gruppo Novelli per avere chiarezza in merito alle tempistiche del bando, confermando il tavolo aperto con il liquidatore di Fattorie per la gestione di ammortizzatori sociali conservativi, a tutela di tutti i dipendenti delle fattorie stesse in attesa del bando. Noi la nostra parte la stiamo facendo e la continueremo a fare. Porteremo la discussione e tutte le nostre preoccupazioni nei tavoli istituzionali preposti, avendo già avanzato richiesta di incontro al tavolo regionale e non escludendo un interessamento ministeriale se non ci saranno evoluzioni positive nel breve periodo. In ultimo, se necessario ci mobiliteremo anche in modo più incisivo. Infine, chiediamo a tutte le istituzioni interessate alla vertenza di vigilare sul buon esito del percorso”.