L’incredibile vicenda di una donna marocchina è stata resa pubblica dalle persone che l’hanno aiutata a uscire dall’incubo ovvero sia il suo legale e Souad Sbai presidente della onlus “Acmid Donna”.
Nella denuncia presentata presso il Tribunale di Perugia si legge: una volta giunta in Italia dal Marocco, il marito non le ha mai permessodi uscire di casa. Gli unici contatti con l’ esterno, indossando rigorosamente il velo integrale, le venivano concessi quando si doveva recare dal medico o quando ha partorito.
Dalla loro relazione sono nati tre bambini ai quali l’ uomo non ha mai concesso di frequentare la scuola “perché non voleva che si instaurassero rapporti con gli italiani”. I tre figli della coppia, nati in Italia, di età compresa tra 3 e 6 anni, sono stati affidati tutti alla mamma dal Tribunale marocchino.
La donna nella denuncia, sottolinea anche che il marito le ha sequestrato tutti i documenti.
Nel 2019 la famiglia è tornata nel suo Paese d’ origine. Lì ha maturato la convinzione di volersi liberare di suo marito: grazie all’ aiuto di alcune persone amiche è riuscita a farsi consegnare un duplicato del passaporto e a tornare in Italia ma senza i figli, che sono stati affidati alla nonna materna.
“Fatima si trova in una località segreta, – fanno sapere Souad Sbai e l’ avvocato Gennaro De Falco che l’assistono – malgrado tema fortemente per la sua incolumità, lancia un grido d’aiuto, lo stesso di Saman (la ragazza pakistana sparita nel nulla e certamente uccisa dai suoi famigliari a Novellara, ndr) e di molte altre donne che malgrado vivano in Italia e non in Afghanistan sono vittime in uno stato di assoggettamento intollerabile”.