Di Chiara Furiani
A una settimana dalla sua conclusione, vale la pena fare un ulteriore sunto di un festival coerente, coeso, “sensato” dall’inizio alla fine, finalmente senza inutili incursioni nel pop italiano o sconfinamenti eccessivi fuori dal seminato.
Certo, si è sentito ben oltre il jazz al Santa Giuliana, ma non si è mai perso il trait d’union, quel filo rosso che lega in qualche modo tutti i linguaggi nati dalla commistione tra gli schiavi d’Africa e le varie aree geografiche in cui furono forzatamente insediati.
E con le musiche al Santa Giuliana è arrivato anche il mondo, confermando che la musica – così come questo bel festival – è per sua natura inclusiva, che è fatta per unire e far incontrare.
L’Africa, la radice da cui tutto è partito, ha fatto prepotentemente ingresso a UJ con la carismatica cantante Fatoumata Diawara che ha richiamato entusiastici conterranei del Mali in mezzo al pubblico estasiato.
Il Brasile di Djavan ha infiammato una platea in cui sventolava più di una bandiera giallo-verde.
Il cantautore ha sciorinato un’infinita serie di successi per l’ultima data del suo tour europeo, tra cui “Sina”, nota anche nella versione inglese dei Manhattan Transfer come “Soul food to go” o in quella italiana della nostra Loredana Bertè che la ribattezzo’ “Jazz”.
E poi Cuba, l’isola della musica per eccellenza, col suo Latin jazz, che al festival di quest’anno è stata rappresentata con ben tre diverse formazioni: Chucho Valdes, Roberto Fonseca e la Pacific Mambo Orchestra a chiudere in bellezza la manifestazione.
Anche l’Europa ha fatto la sua parte.
Davvero una bella scoperta il pianista spagnolo Marco Mezquida, che he saputo impressionare il pubblico della Galleria Nazionale dell’Umbria col suo originale ed energetico mix di jazz e flamenco e una tecnica strabiliante.
Per l’Italia, sempre vincente la squadra Enrico Pieranunzi – Gabriele Mirabassi, che ha riproposto, a 20 anni dalla sua incisione, “Racconti Mediterranei”, splendida uscita tra jazz e melodia dell’etichetta perugina EGEA.
Impossibile non concludere con un video di “Hold the line” degli splendidi Toto, che forse hanno regalato a Perugia la sua serata più emozionante.
Godiamoci insomma ancora questi momenti, in attesa di sapere che cosa ci riserva l’Umbria Jazz Weekend di Terni, in programma dal 12 al 15 settembre.