Una nuova sfida tecnologica per la fisica nello spazio è in corso a Terni, presso i laboratori SERMS di qualifica spaziale del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN. L’obiettivo è aumentare la sensibilità nella ricerca di antimateria e materia oscura dell’esperimento AMS-02, in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale dal 2011.
Da oggi e fino all’8 febbraio si svilupperà un test meccanico di grande complessità presso il Polo Scientifico Didattico di Terni per preparare al lancio in orbita un nuovo strumento sviluppato dai ricercatori di UniPg e INFN. Questo test, reso possibile anche grazie alla collaborazione con ASI – Agenzia Spaziale Italiana e alcune aziende locali come SERMS – testimonia ancora una volta il successo della ricerca nello spazio di UniPg.
Nel 2026, un nuovo piano di rivelazione delle particelle cariche, il cosiddetto Layer 0 (L0), sarà inserito al di sopra di AMS-02 per misurare il passaggio di particelle cariche con precisione di milionesimi di metro. Responsabile della costruzione dello strumento, frutto di una collaborazione internazionale, è il dott. Giovanni Ambrosi dell’INFN, sezione di Perugia. “L0” sarà costituito da circa 800 delicatissimi sensori al silicio assemblati con estrema precisione in una struttura ottagonale in fibra di carbonio.
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Per verificare la resistenza del nuovo strumento alle intense vibrazioni del lancio del razzo, sono in corso test meccanici di particolare complessità, sotto la responsabilità tecnica dell’Ing. Lorenzo Mussolin di UniPg, che, per preparare queste prove, negli ultimi due anni ha collaborato con una squadra di ingegneri della NASA e del CERN, anche loro presenti ai test. “L0” sarà scosso con accelerazioni di circa 10 volte quella di gravità grazie all’azione di due shaker che alternativamente tireranno e spingeranno lo strumento dal peso di circa 450 kg.
La prof.ssa Bruna Bertucci, responsabile del laboratorio di qualifica spaziale per l’Università, sottolinea come “questo test ci porta ancora una volta alla ribalta con i nostri partner internazionali e testimonia l’eccellenza delle nostre strutture di laboratorio all’avanguardia, potenziate grazie all’essere dipartimento di eccellenza, tra i primi otto in Italia, con il progetto SUPER-C incentrato sullo spazio e lo studio dell’Universo. Fondamentale è stata anche la sinergia con altri enti come l’INFN, con cui è condiviso il progetto di ricerca in corso, l’Agenzia Spaziale Italiana – ASI, che ha finanziato a UniPg uno dei due shaker, e realtà private, quali la SERMS s.r.l., azienda locale nata come spin-off dell’Università degli Studi di Perugia, che ha messo a disposizione l’altro shaker utilizzato nel test”.