Secondo il Rapporto regionale sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) realizzato dal Centro di Coordinamento RAEE – l’organismo che sintetizza i risultati ufficiali conseguiti da tutti i Sistemi Collettivi che si occupano del ritiro presso i centri di raccolta comunali e i luoghi di raggruppamento organizzati dalla distribuzione e della gestione dei rifiuti tecnologici in Italia – nel 2023 l’Umbria ha raccolto 5.119 tonnellate di RAEE.
Il dato risulta in crescita del 2,7% rispetto al 2022, è doppiamente positivo perché rappresenta un’inversione di tendenza tanto rispetto al risultato nazionale (-3,1%) quanto al trend negativo registrato negli ultimi anni dalla regione. Inoltre, fa dell’Umbria una tra le poche regioni con segno positivo in tutta Italia.
Migliora anche la raccolta pro capite (+2,8%) che raggiunge i 5,96 kg per abitante. Il dato torna così a superare la media italiana (5,92 kg/ab), ma questo non è sufficiente per mantenere la posizione precedentemente raggiunta nel ranking nazionale: l’Umbria perde un posto e si classifica tredicesima.
Dall’analisi a livello di singoli raggruppamenti nei quali vengono suddivisi e raccolti i RAEE, emerge che l’Umbria avrebbe potuto registrare una performance ben più positiva di quella reale. A frenarla il venire meno di un quarto dei volumi di raccolta (-25%) di Tv e monitor (R3) rispetto all’anno precedente, calo che però è da considerarsi fisiologico al pari dell’andamento nazionale (-32,9%).
Agli antipodi invece i risultati di tutti gli altri raggruppamenti, a partire dai piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo (R4) la cui raccolta registra il +16,3% per un totale di 1.401 tonnellate; molto bene fanno anche i grandi bianchi (R2), che con il +11,8% si portano a 1.384 tonnellate e le sorgenti luminose (R5) la cui raccolta migliora del 10% e raggiunge le 28 tonnellate. Cresce invece ‘solo’ del 6,6% la raccolta di freddo e clima (R1)per un totale di 1.414 tonnellate.
Va sottolineato che in forza di questo incremento la raccolta pro capite di R4 supera il dato medio nazionale: 1,63 kg/ab rispetto a 1,30 kg/ab di media nazionale (+25,5%), mentre quello dei grandi bianchi (R2) non è sufficiente a colmare il divario esistente tra la raccolta pro capite regionale e il resto del Paese: ogni abitante umbro raccoglie, infatti, quasi mezzo kg in meno (-22%) rispetto alla media italiana (2,07 kg/ab).
La crescita dei volumi di raccolta regionali si lega ai risultati positivi di entrambe le province: quella di Perugia registra il +3,2%, per un totale di 4.001 tonnellate raccolte, quella di Terni il +0,8%, per un totale di 1.119 tonnellate. In linea con il 2022, Perugia avvia a riciclo il 78% dei quantitativi regionali e mantiene il valore pro capite più elevato: 6,25 kg/ab, in crescita del 3,3% rispetto al 2022. Più contenuto e inferiore alla media italiana il dato pro capite della provincia di Terni, pari a 5,12 kg/ab (+0,8%).
L’analisi della raccolta regionale dal punto di vista della rete infrastrutturale evidenzia che quasi il 90% dei volumi complessivi vengono raccolti presso i centri di raccolta comunali (CdR), la restante parte presso i luoghi di raggruppamento della distribuzione (LdR), ben al di sotto della media nazionale (21%). L’incidenza cambia seppur di poco in base alle singole province: gli abitanti della provincia di Terni conferiscono infatti la quasi totalità dei propri rifiuti elettronici nei CdR, quelli di Perugia per il 12,4% li consegnano ai negozi di elettronica di consumo.
“Il 2023 è un anno di ripartenza per l’Umbria, se non fosse stato per il calo fisiologico dei quantitativi di Tv e monitor avviati a riciclo – commenta Fabrizio Longoni, direttore generaledel Centro di Coordinamento RAEE – la regione avrebbe mostrato una performance ancora più positiva. Punto di forza la raccolta pro capite dei piccoli elettrodomestici, a testimonianza dell’efficace impegno della regione nell’attività di microraccolta. Per favorire un nuovo incremento nell’anno in corso è necessario intercettare anche i volumi dei grandi bianchi, attualmente mancanti: servono formazione dedicata ai soggetti coinvolti nella raccolta e maggiori controlli da parte degli organi preposti. Il divario che separa le due province potrebbe essere superato con un maggiore impegno da parte della distribuzione attiva sul territorio della provincia di Terni nell’attività di ritiro, oggi quasi assente. Con un più consistente aumento dei volumi avviati a riciclo la regione porterebbe a casa molto più dei circa 250.000 euro ricevuti quest’anno come premio dell’efficienza del sistema di gestione dei RAEE; denaro da reinvestire utilmente nel miglioramento dei sistemi di raccolta”.