“Non ho mai trovato entusiasmanti le questioni legate alla ipotetica incompatibilità del sindaco di Terni Bandecchi, in quanto all’origine c’è l’espressione democratica dei cittadini.
I ternani hanno espresso la loro libera scelta (anche e soprattutto in termini di astensione, che è il vero dato sul quale la politica tutta deve riflettere) e le ragioni per cui avrebbero potuto scegliere diversamente e affidare la città a una classe dirigente di maggiori qualità, vanno dimostrate su temi politici e amministrativi di ampie vedute e non affidandosi alle aule di un Tribunale”.
Lo afferma in una nota Francesco Ferranti il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Spada che interviene così sulle polemiche scoppiate in queste ore sulla incompatibilità di Stefano Bandecchi con la carica di sindaco.
“Sono fermamente convinto – aggiunge Ferranti – che qualora sussistessero cause contra legem di incompatibilità, le altre istituzioni dello stato arriverebbero ad evidenziarle con i provvedimenti consequenziali.
Ciò chiarito, l’ostinata pervicacia e supponenza con cui qualcuno vuole dimostrare di avere ragione con personali interpretazioni giuridiche e portando ad esempio sentenze di altri Tribunali che nulla hanno a che vedere con la fattispecie ternana, appare maldestra e da l’impressione di chi vuole – unitamente ad altri sodali nominati in incarichi di partito – prendere per i fondelli l’intera città.
Ma, ricordo loro, che i ternani non portano l’anello al naso, almeno non tutti!”
Ferranti non lo nomina ma il riferimento è al vice sindaco Riccardo Corridore
“Continuo ad auspicare – scrive ancora Ferranti – che il sindaco sviluppi un’azione di governo fruttuosa per il territorio e che, nel contempo, metta freno alle derive meramente strumentali e totalmente scomposte di alcuni rappresentanti della sua forza politica, sia per quanto riguarda il ruolo apicale della giunta sia per la conduzione dell’assemblea consiliare.
E’ necessario, ribadisco, lavorare per il più alto interesse pubblico e lasciar perdere interpretazioni di regolamenti, di norme, di sentenze di provincia, men che mai usando toni di bassissimo livello che reiteratamente vengono utilizzati dai suddetti esponenti, significativi di carenza di argomentazioni serie e di idee concrete per lo sviluppo della città”.