L’istituto Cattaneo di Bologna ha esaminato i flussi elettorali in Umbria e poi ha preso in considerazione anche quanto accaduto nei due capoluoghi. Questa l’analisi su Terni.
Cominciamo dal Movimento 5 stelle, protagonista di un brusco calo di consensi. Le perdite verso
l’astensione sono un po’ più contenute che a Perugia (a Terni si volatilizza nel non-voto quasi il
20% del bacino elettorale cinquestelle.
Come a Perugia, il centrodestra (e in particolare la Lega) risulta a Terni il principale beneficiario del
voto di chi nel 2018 scelse cinquestelle: la quota che si dirige verso il centrodestra è persino
superiore a quella di chi conferma il voto per il Movimento (ben poco, quasi nulla, va invece a
vantaggio dei neo-alleati di centrosinistra).
Anche a Terni, dunque, emerge il disorientamento dell’elettorato cinquestelle. La scarsa entità
dei flussi dei quali beneficiano Pd e altre liste di centrodestra indica che i due elettorati faticano ad
integrarsi. Si osserva inoltre la prevalenza, in continuità con le elezioni regionali dei mesi scorsi,
dei percorsi di “traghettamento”: in precedenti analisi abbiamo utilizzato questo termine per
sottolineare come il Movimento 5 stelle nel momento di crescita abbia preso consensi
provenienti in misura maggiore dal centrosinistra e ora, nel momento del declino, li cede
prevalentemente a destra.
A Perugia si notava il fatto che il centrodestra subiva perdite molto contenute verso l’astensione. A
Terni il quadro è maggiormente in linea con le elezioni locali dei mesi scorsi: la coalizione di
centrodestra, pur largamente vincente, subisce infatti perdite un po’ più consistenti in
direzione dell’astensione.
A Terni, le stime dei flussi confermano la capacità del partito di Salvini di conquistare voti
trasversalmente. A farne le spese non sono solo i “soliti” Movimento 5 stelle e Forza Italia. Anche il
Pd, a Terni, cede voti alla Lega. In dimensioni ridotte, anche Fratelli d’Italia manifesta capacità di
prendere voti trasversalmente: a Terni si nota in particolare che “ruba” una fetta consistente di voti
(il 2,1% del corpo elettorale) all’alleato Forza Italia
Il bacino elettorale del centrosinistra subisce perdite non trascurabili verso l’astensione. Oltre a ciò,
il Pd non recupera voti al di fuori di questo suo originario bacino elettorale (viene confermato in
pieno il suo isolamento elettorale). In linea con quanto già emerso a Perugia, perde infine voti
anche in direzione del centrodestra. Il fatto che questo flusso appaia nelle stime di entrambe le città
sembrerebbe portarci ad escludere che si tratti di un “errore” di stima. Questo flusso sembrerebbe
allora indicare che una parte dell’elettorato che nel 2018 scelse il centrosinistra, oggi non si
riconosce in un’alleanza con i cinquestelle: piuttosto che aderirvi, attraversa il guado per dirigersi
nel campo di centrodestra. Del resto, politicamente, la coalizione di questo nuovo centrosinistra
mancava di una componente (non c’era il simbolo della componente renziana staccatasi dal Pd per formare Italia viva). Questa assenza, e i flussi verso il centrodestra stimati dal nostro modello,
segnalano un problema politico per questa coalizione.
Conclusioni
Le stime dei flussi a Terni, pur con alcune differenze rispetto a Perugia, confermano che, in questa
prima prova, la nuova alleanza di centrosinistra, non è riuscita a realizzare gli obiettivi che si
prefiggeva. I due elettorati non si integrano.
Da un lato, il bacino elettorale del M5s manifesta o disorientamento (ossia si astiene) oppure premia
in prevalenza il centrodestra.
Dall’altro, lo stesso Pd, che non riesce ad uscire dal suo isolamento, subisce perdite piccole ma non
trascurabili verso il centrodestra.
Grazie a questi guadagni trasversali, il centrodestra può anche non preoccuparsi delle perdite verso
l’astensione, che a Terni (a differenza di Perugia) si sono registrate.