“La Conca Ternana si può candidare ad essere la prima Hydrogen Valley della nostra regione.”
A dirlo è Giacomo Porrazzini presidente dell’associazione ‘Pensare il Domani’ che ha organizzato a Terni tre appuntamenti del Festival nazionale dello Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Cesvol Umbria, Legambiente Umbria, Federmanager Terni e Novamont.
Si è parlato di bioplastiche biodegradabili e compostabili facendo il punto, nel contesto locale, sulle potenzialità della bioeconomia circolare, per perseguire l’obiettivo 12 dell’agenda 2030 dell’ONU sullo Sviluppo Sostenibile: consumo e produzione responsabili. Ma anche sul sistema di piccola e media impresa locale, trasformatrice di tali bioplastiche innovative, verso una configurazione di cluster di PMI specializzate.
Pure le linee più recenti della R&S/T nella filiera delle bioplastiche in collaborazione con l’Università di Perugia sono state approfondite, con un riferimento al progetto “Vitalitiy” che prevede la creazione di un polo della ricerca sui materiali delle chimica verde presso il compendio industriale ex Polymer.
Focus poi sulle comunità energetiche rinnovabili, ovvero le nuove forme di aggregazione di produttori e consumatori di energia da fonti rinnovabili.
“Le comunità energetiche, spiega Porrazzini, portano a risparmi in bolletta fino al 30%. Tutto è alimentato da energie da fonti rinnovabili e quindi c’è un grande vantaggio per il clima con l’abbattimento della CO2. Per quanto riguarda l’utilizzazione dell’idrogeno su ampia scala l’Ast dovrà introdurlo nel processo produttivo molto di più di quanto non faccia ora, se vuole rispettare gli obiettivi di taglio delle emissioni al 2030, meno 55%, mentre oggi l’acciaieria emette 300.000 tonnellate di CO2 all’anno. Ma ci sono altri usi che se ne possono fare: la mobilità, il condizionamento delle case, le piccole imprese che hanno bisogno di alte temperature e che possono sostituire al metano l’idrogeno. Abbiamo grandi infrastrutture storiche su questo territorio come l’idrogenodotto che collega Nera Montoro a Papigno che può unire i punti di produzione dell’idrogeno stesso e che può anche consentire dei punti di prelievo sul suo percorso. Quindi Terni ha gli asset infrastrutturali, le competenze per candidarsi ad essere il centro principale dell’Umbria nella sperimentazione dell’idrogeno.“
Ma come si danno gambe a queste idee?
“Bisogna intanto far convergere tutti i soggetti locali: produttori, trasportatori, consumatori, in primo luogo i grandi consumatori. Se l’Ast realizza la sua decarbonizzazione attraverso l’idrogeno, sottolinea Porrazzini, tutta la città ne può beneficiare perché ci sarà un grande centro di produzione che ovviamente produrrà per Ast, ma produrrà anche per i bisogni della città. Ovviamente bisogna coinvolgere i grandi soggetti che possono portare competenze, che possono portare finanza e che possono portare quelle capacità di aggregazione dei soggetti che è fondamentale.”