La situazione del distretto umbro, dal punto di vista delle attività svolte dagli uffici requirenti nel corso dell’anno, è così come emerge dal quadro fornito dal Procuratore Generale di Perugia al Procuratore Generale della Corte di Cassazione in previsione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.
Sono oltre 40 mila le iscrizioni e altrettante le definizioni di procedimenti nel distretto e, dall’esame dei dati forniti dalle Procure della Repubblica di Perugia, Terni, Spoleto e dei Minorenni, emergono alcuni fenomeni criminali che destano maggiore preoccupazione nel territorio regionale, come il traffico di sostanze stupefacenti, i furti in abitazione e le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e finanziario.
Un discorso a sé merita la questione della devianza minorile, in quanto il preoccupante aumento di reati commessi dai minorenni è il sintomo di un disagio ben più grave cui la risposta penale non può che rappresentare un pallido palliativo.
Il traffico di sostanze stupefacenti ed i furti in abitazione non sono fenomeni nuovi, ma ormai radicati, mentre sono sempre più manifesti i segnali delle infiltrazioni mafiose.
Come già segnalato dal Procuratore Generale in occasione dell’inaugurazione dell’ultimo anno giudiziario, ormai da molti anni la regione, prima nel capoluogo e poi anche nel ternano, è divenuta punto di riferimento per lo spaccio di sostanze stupefacenti anche per acquirenti esterni al territorio regionale.
I canali di approvvigionamento sono da tempo stati individuati in circuiti internazionali che fanno capo, ad esempio, a porti olandesi, per poi essere introdotti via terra nel territorio nazionale. Le notevoli quantità di sostanze stupefacenti sequestrate nella regione dimostrano sia la capacità delle organizzazioni criminali di garantire un flusso ininterrotto di droghe sia la notevole domanda delle stesse. Le indagini, anche dell’ultimo periodo, dimostrano purtroppo che il fenomeno è molto esteso e vede tra i fruitori non solo giovani, ma anche persone adulte, professionalmente e socialmente affermate. Parimenti assodato è il dato sulla composizione etnica dei sodalizi criminali che si spartiscono le differenti tipologie: mentre il commercio di hashish e marijuana sembra appannaggio di cittadini di origine magrebina, la cocaina e l’eroina sono gestite da soggetti di nazionalità nigeriana ed albanese. Ritorna inoltre il fenomeno dello spaccio da strada, soprattutto eroina, con tutti i fenomeni di criminalità diffusa ad esso connessi.
Sulla presenza di criminalità organizzata nel territorio, si ribadisce quanto già dichiarato dal Procuratore Generale nel marzo 2022 in sede di audizione alla Commissione d’inchiesta antimafia della Regione Umbria. Nel territorio si è in presenza di un radicamento non tanto di vere e proprie associazioni mafiose, della cui costituzione mancano persuasivi segnali indicatori, quanto piuttosto di associazioni a delinquere stabilmente collegate a sodalizi criminali mafiosi (perlopiù campani e calabresi), dediti ad attività di riciclaggio e di reinvestimento di capitali di illecita provenienza. Il flusso di denaro pubblico destinato alla ricostruzione a seguito del sisma del 2016 e del Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta il terreno fertile per le tipiche attività della mafia finanziaria. Segnale di particolare allarme provengono nel settore dell’edilizia, con una presenza significativa di cittadini albanesi stabilmente dediti alla commissione di reati, nei reati economico finanziari, con associazioni che si avvalgono delle prestazioni di professionisti per sottrarre beni e risorse finanziarie da società destinate al fallimento oltre che per realizzare delle false fatturazioni, nella truffaldina cessione di crediti dello Stato, nel traffico illegale di rifiuti e nella presenza inquietante di capitali di sospetta provenienza nel settore agroalimentare e turistico, da sempre particolarmente floridi nel territorio regionale.
Per quanto riguarda i reati contro il patrimonio, anche se in alcuni distretti i procedimenti iscritti sono diminuiti, come in quello di Terni dove sono passati da 1779 a 656, rimangono numerosi i furti commessi in abitazioni o in esercizi commerciali. Le indagini svolte hanno individuato i presunti autori, spesso in persone provenienti da altri territori, che integrano una specie di pendolarismo criminale con soggetti che conducono spedizioni mirate per commettere tali reati. Nel periodo di interesse vanno segnalate anche alcune rapine di una certa gravità, nei confronti di esercizi commerciali e di uffici postali, sempre ad opera di soggetti non del territorio
Riguardo la criminalità minorile nel distretto, spiccano i delitti contro l’incolumità personale (170 a fronte dei 133 dell’anno precedente), ed in particolare le lesioni personali (100), seguono i furti (98 di cui 25 fattispecie aggravate), anche se non mancano casi di tentato omicidio o reati sessuali. Rimangono stazionarie le risse (7), mentre sono numerosi i delitti di spaccio di sostanze stupefacenti (36) che continuano a suscitare allarme: il consumo di sostanze fa da sfondo, infatti, a molti reati, soprattutto contro la persona e il patrimonio. Rilevante il numero dei danneggiamenti, mentre scendono i reati di estorsione, a differenza del forte aumento dei procedimenti per rapina (3 estorsioni e 38 rapine a fronte di 7 estorsioni e 18 rapine del periodo precedente). Desta preoccupazione il dato sui delitti contro la libertà sessuale (42), così come risulta in aumento il numero dei reati commessi tra i 14enni (34 fattispecie a fronte di 10).
Degno di attenzione è il dato relativo ai minori stranieri indagati, quale sintomo indiretto per verificare l’impatto di politiche sociali inclusive e della capacità di queste ultime di educare alla legalità.
Altro tema affrontato nella relazione del Procuratore Generale quello della violenza di genere.
I dati numerici del periodo riferiti ai reati rientranti in questo ambito segnalano un lieve calo dei procedimenti iscritti per stalking e maltrattamenti, mentre sono in aumento le iscrizioni per lesioni connesse a fatti familiari. Numerose le richieste avanzate dall’ufficio di misure cautelari (oltre 70) in crescita rispetto all’anno precedente (erano poco più di 60).
LE INTERCETTAZIONI
Dal monitoraggio da parte della Procura Generale dei bersagli oggetto di intercettazioni, riferito agli ultimi cinque anni, emerge che rispetto al 2018 il numero è in calo, mentre per il 2022 la Procura di Perugia ha effettuato 454 intercettazioni telefoniche, 111 ambientali e 55 telematiche-informatiche. La Procura di Spoleto 82 intercettazioni telefoniche, 22 ambientali e 2 telematiche-informatiche. Quella di Terni 111 intercettazioni telefoniche, 14 ambientali e nessuna telematica-informatica. dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023, alla Procura di Perugia sono state autorizzate 360 intercettazioni telefoniche, 98 ambientali, 36 telematiche e 31 a mezzo di captatore informatico (il cosiddetto trojan horse). Infine, sono state autorizzate 9 intercettazioni telefoniche con funzione preventiva.
Altro tema delicato affrontato dal Procuratore Generale, quello degli infortuni sul lavoro e corrispondenti illeciti, per i quali si registra nel territorio un lieve aumento delle lesioni e delle morti sul lavoro. Da sottolineare il rapporto di collaborazione con gli ispettorati delle Azienda Sanitaria Locale. Un dato tutt’altro che rassicurante è rappresentato dall’esito in appello dei processi in materia. Al di là della estinzione per avvenuta prescrizione della quasi totalità delle contravvenzioni, talvolta tale declaratoria di estinzione del reato si verifica per le stesse lesioni colpose se non anche nell’ipotesi di omicidio per colpa professionale, derivante dal mancato rispetto della normativa antinfortunistica.
Per quanto riguarda i reati ambientali, per i quali la Procura Generale ha da tempo intrapreso un’attività di monitoraggio, nel distretto si afferma un lieve calo del dato già di per sé non elevato. Dalla complessiva disamina dei dati emerge l’assoluta necessità di una maggiore speditezza nella trattazione dei procedimenti penali in materia ambientale, considerato che le pene previste sono per lo più stabilite da contravvenzioni per cui è altamente concreto il rischio della prescrizione nel corso dei dibattimenti. Ciò è ulteriormente deducibile dalla circostanza che nel periodo oggetto del monitoraggio i reati ambientali caduti in prescrizione sono circa il 63% per Perugia, il 50% per Terni ed il 41% per Spoleto.