MUSE Cells sta per MUltilineage Stress Enduring cells, ossia Cellule capaci di trasformarsi in molteplici tipi di cellule che andranno a comporre un individuo adulto e capaci anche di resistere a condizioni di stress, come quelle che si trovano nei tessuti danneggiati dalle più svariate patologie. Questa la nuova frontiera della Medicina Rigenerativa. Per tanti anni si è ritenuto che cellule di questo tipo fossero presenti solo nell’embrione e che nell’individuo adulto ci fossero soltanto cellule staminali dotate di un potenziale rigenerativo ridotto, come le cellule staminali mesenchimali o ematopoietiche. Le cellule MUSE sono invece cellule staminali dal potenziale rigenerativo molto vicino alle staminali embrionali e tuttavia presenti probabilmente in tutti i tessuti dell’individuo adulto. Scoperte nel 2010 da un gruppo di ricercatori Giapponesi diretti dal Professor Dezawa, stanno progressivamente attirando l’attenzione di ricercatori di varie parti del mondo per le prospettive che potrebbero aprire nella rigenerazione di organi e tessuti gravemente malati.
Il Professor Carlo Ventura, Ordinario di Biologia Molecolare presso la Scuola di Medicina dell’Università di Bologna, ha appena avviato un progetto di ricerca volto a caratterizzare le proprietà e i meccanismi molecolari con cui le cellule MUSE riescono ad esercitare il loro potenziale rigenerativo. Gli studi saranno condotti nel Laboratorio Nazionale di Biologia Molecolare e Bioingegneria delle Cellule Staminali del Consorzio Interuniversitario “Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi (INBB)”, di cui il Professor Ventura è Direttore, situato presso gli Acceleratori di Innovazione dell’Area CNR di Bologna. La linea di ricerca sarà sviluppata anche col sostegno pluriennale, come unico ente privato, della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, che ha deciso questo contributo annuale con l’obiettivo di ampliare la propria sfera di intervento, fin qui totalmente indirizzata alla cooperazione internazionale, all’Accoglienza Temporanea Terapeutica dei bambini colpiti dal disastro nucleare di Chernobyl ed allo studio, attraverso il proprio Centro Studi “Leonardo”, di progetti destinati all’educazione, alla formazione ed al sostegno delle popolazioni infantili in difficoltà.
Con la Regione Emilia-Romagna, con l’Università, con l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna e con il movimento associativo e volontaristico, che si è sviluppato negli anni, attorno ai bambini bielorussi accolti in famiglia con progetti temporanei, terapeutici, si è sviluppato il Primo Piano Strategico che, purtroppo, causa pandemia si è dovuto fermare al solo aiuto umanitario ed alle somministrazioni del vaccino del Papilloma Virus per la popolazione infantile femminile. Questo non ha impedito alla Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” di sperimentare con l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, con il Professor Lima e la sua equipe la possibilità di intervenire sul minore bielorusso Alexander che nato con una gravissima malformazione genetica ha subìto diversi interventi ricostruttivi capaci di restituirgli la normalità auspicata.
Questa complessità di azioni poste in essere con il supporto istituzionale della Regione Emilia-Romagna, settore della cooperazione internazionale, ha determinato in Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.N.G. il convincimento di utilizzare le risorse poste a disposizione del proprio “5×1000” per la ricerca scientifica.
Da tempo la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.N.G. per curare i bambini, vittime del disastro nucleare di Chernobyl nati con gravi malformazioni genetiche, si era interessata alla Medicina Rigenerativa ed allo studio del Professor Carlo Ventura per capire come poter supportare e coadiuvare tale ricerca. Con l’accordo con INBB la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.N.G. contribuisce annualmente al sostegno della ricerca scientifica auspicando all’adesione a tale iniziativa delle famiglie italiane e di quanti volessero destinare il proprio 5×1000 alla Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.N.G. mettendo il Codice Fiscale 91017220558 nella propria dichiarazione dei redditi.