La Foresta fossile di Dunarobba sarà protagonista questa mattina alle ore 8.15, della rubrica “Persone” all’interno del TG1.
Sono stati intervistati, la Dottoressa Elena Roscini, archeologa in rappresentanza della Soprintendenza dell’Umbria, e Massimo Manini, regista di teatro e cinema, nonché fondatore e presidente della Cooperativa di Comunità Surgente, che dal 1 luglio 2018, gestisce, con un progetto innovativo ed interdisciplinare, uno dei più importanti ed esclusivi siti paleontologici al mondo.
La Foresta Fossile, che con la nuova gestione ideata da Surgente si trova al centro di un grande rilancio culturale ed economico senza precedenti, ha visto crescere, giorno dopo giorno, il numero dei singoli visitatori, quello dei gruppi organizzati, ma soprattutto quello sempre più crescente delle scolaresche: di ogni ordine e grado. Notizia degli ultimi giorni infatti, una importante prenotazione per la prossima stagione, da parte di una comitiva di studenti e professori provenienti dall’università americana del Massachusetts. Il rinnovamento attuato da Surgente e le ampie proposte dei laboratori didattici che spaziano dall’archeologia alle scienze naturali, fino ai laboratori teatrali e documentaristici, nonché un grandissimo lavoro di comunicazione e pubbliche relazioni attivati in questi mesi, ha dato una nuova luce ed una nuova veste ad uno straordinario geosito, che purtroppo negli ultimi anni era andato sfiorito e che rischiava di essere abbandonato. Ora è una grande opportunità di rilancio per tutti: per il territorio e la regione. In un periodo storico in cui il tema del rispetto dell’ambiente è prepotentemente tornato al centro di un antico dibattito mondiale, l’attenzione che Surgente ha richiamato per la Foresta Fossile, è un obiettivo educativo e di sensibilizzazione delle persone, davvero straordinario: e non solo per la verde Umbria.
La Foresta Fossile avvicina la scienza all’arte, il pensiero allo spirito e racchiude in se un processo didattico e propedeutico dalla visione teatrale che avvicina gli uomini ai luoghi dell’anima, nella speranza che questi sappiano ravvedersi non solo per il presente, ma soprattutto per il futuro delle nuove generazioni.