Ancora strette e condizionate da una pandemia che non demorde, nel primo trimestre del 2021 le imprese umbre sono indietreggiate, pur riuscendo a limitare i danni: tasso di crescita – 0,18%, saldo negativo nel I trimestre 2021 di 169 unità, tra imprese nuove e imprese che hanno cessato l’attività. Al 31 marzo 2021, in Umbria lo stock raggiunge la quota di 94.036 imprese, 72.119 in provincia di Perugia, 21.917 in quella di Terni. Con una certa sorpresa, rispetto a un anno fa lo stock complessivo sale di 393 imprese. Le incertezze dello scenario economico, fra attese sull’evoluzione della pandemia e prospettive di rilancio legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, influiscono sulla creazione di nuove imprese, ma anche sulle cancellazioni, in rallentamento.
Sono questi i risultati più rilevanti di Movimprese, analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, per conto dell’Unioncamere, sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane.
I dati confermano la forte relazione tra clima di fiducia e natalità delle imprese e rendono evidente il significativo scoraggiamento nell’avviare nuove attività, che ha caratterizzato molta parte di questo periodo. Le imprese che hanno meglio assorbito gli effetti, anche psicologici, dell’emergenza, come Forma giuridica sono le Società di Capitali, che nel primo trimestre 2021 in Umbria hanno avuto un saldo positivo, tra nate e morte, di 157 unità, con il record storico delle 24.444 imprese registrate in Umbria. Negative le altre tipologie: le Società di Persone con saldo negativo di – 80, ferme a 18.868 nel comparto; le Ditte Individuali – 243 unità, anche se restano la tipologia di impresa più diffusa in Umbria; stabili le altre Forme di impresa.