Il consiglio regionale dell’Umbria ha approvato a maggioranza (15 voti favorevoli dei consiglieri Pd, SeR, Misto-MdP e del M5s; 5 contrari: Lega Nord, FDI e Ricci presidente; astenuto Nevi (FI) la proposta di legge “Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale”, meglio conosciuta come legge anti-omofobia.
Con questa legge, la Regione stabilisce che ogni tipo di discriminazione e violenza contro le persone in ragione del loro orientamento sessuale o dell’identità di genere, la persecuzione, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che privata, costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali alla vita, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità personale e sociale, all’integrità fisica e psichica, e costituisce un pericolo per la salute ed un ostacolo al godimento del diritto ad un’esistenza sicura, libera e dignitosa.
La Regione adotta quindi politiche e misure per il superamento delle discriminazioni in raccordo con i Comuni e le altre istituzioni; garantisce l’accesso ai servizi senza alcuna discriminazione determinata da orientamento sessuale; favorisce la diffusione di una cultura della non discriminazione e sostiene le persone e le famiglie nei loro compiti educativi, perseguendo l’integrazione tra le politiche scolastiche e quelle socio-sanitarie. Per quanto riguarda la norma finanziaria, che nel testo base faceva riferimento a risorse per l’anno 2016 e che è stata motivo di accesa discussione sulla conformità dell’atto al Regolamento, essa è stata rimodellata su risorse provenienti dalla riduzione dello stanziamento della Missione “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”, ricavate dalla cessazione dal servizio, nel corso dell’anno, di alcune unità del personale regionale addetto.
LE DICHIARAZIONI DI VOTO
EROS BREGA (PD): “Voto a favore di questa legge perché interpreta al meglio le istanze e le esigenze di tutti. Ci siamo fatti carico di fare comunità, costruendo una legge che fa fare un salto di qualità a Partito democratico e alla nostra Regione. L’impegno che abbiamo messo per migliorare questa legge dovrebbe spingere tutti a fare un passo in avanti, perché essere cattolici significa anche rispettare le persone e mettersi al servizio delle persone”.
VALERIO MANCINI (LN): “Voteremo contro e come Lega Nord non escludiamo la possibilità di ricorrere all’istituto del referendum. Come minoranza abbiamo fatto quello che era giusto fare”.
RAFFAELE NEVI (FI): “Abbiamo migliorato la situazione ma il testo poteva essere modificato ancora per arrivare ad una larghissima condivisione.
Dobbiamo essere attenti a non spaccare la società. Su questi temi dovremo, in futuro, ascoltarci di più. La maggioranza aveva fretta di pagare un impegno preso in campagna elettorale. Mi asterrò perché la tutela dalle discriminazioni non può essere di parte. Dubito che questa legge possa portare qualche risultato”.
MARIA GRAZIA CARBONARI (M5S): “Voteremo a favore della legge, perché dobbiamo colmare il gap esistente tra la società e la politica”.
CLAUDIO RICCI (Rp): “Confermo il voto contrario alla legge perché il modello della società che viene proposto non la condivido. Come non condivido il modello di famiglia prospettata. Ribadisco però la necessità di rispettare chi decide di costruire la propria vita su scelte differenti”.
SERGIO DE VINCENZI (Rp): “La mia non è una posizione ideologica. Saremmo dovuti tornare in Commissione, e la lunghezza del dibattito, insieme al numero di emendamenti presentati, dimostrano che sarebbe stata la scelta giusta. Ha prevalso la fretta di chiudere questa pratica. Non sono ostile verso le associazioni Lgbt, ma questa legge discriminerà per primi proprio coloro che dovrebbe tutelare”.
LA SCHEDA DELLA LEGGE
La proposta di legge mira sostanzialmente a PROTEGGERE TUTTI GLI ORIENTAMENTI SESSUALI (omosessuale, eterosessuale e bisessuale) e le persone che a causa di una non coincidenza tra il sesso loro attribuito alla nascita e il genere percepito effettuano un percorso di transizione o di adeguamento dei caratteri sessuali. Si stabilisce il riconoscimento da parte della Regione che ogni tipo di discriminazione e violenza contro le persone in ragione del loro orientamento sessuale o dell’identità di genere, la persecuzione, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che privata, costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali alla vita, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità personale e sociale, all’integrità fisica e psichica, e costituisce un pericolo per la salute ed un ostacolo al godimento del diritto ad un’esistenza sicura, libera e dignitosa. La norma impegna la Regione a FAVORIRE L’INTEGRAZIONE TRA LE POLITICHE EDUCATIVE, SCOLASTICHE E FORMATIVE E LE POLITICHE SOCIALI E SANITARIE, anche per sostenere le persone e le famiglie nei loro compiti educativi, per prevenire le discriminazioni per motivi derivanti dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere e favorire l’acquisizione di una cultura della non discriminazione. Sono previsti INTERVENTI DI COMPETENZA REGIONALE E DEGLI ENTI LOCALI IN AMBITO SCOLASTICO RIVOLTI AL PERSONALE, NON AGLI STUDENTI, per favorire la conoscenza e la sensibilizzazione sui temi correlati all’orientamento sessuale e all’identità di genere attraverso la promozione di iniziative nelle scuole, l’organizzazione di corsi di formazione e il coinvolgimento di enti associativi che svolgono attività negli ambiti oggetto della legge. La Regione, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, con la Giunta Esecutiva della Consulta Provinciale degli Studenti e con il Forum regionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FORAGS), promuove, solo nelle scuole secondarie e previo consenso informato dei genitori, percorsi per l’informazione e la sensibilizzazione sull’affettività, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, limitatamente al personale docente.
Tra gli interventi auspicati ci sono: PROTEZIONE, ACCOGLIENZA, SOSTEGNO E SOCCORSO ALLE VITTIME DI ATTI DI DISCRIMINAZIONE O DI VIOLENZA in ragione del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Istituzione di un OSSERVATORIO REGIONALE sulle discriminazioni e le violenze per orientamento sessuale ed identità di genere. MONITORAGGIO e rilevazione, a cura del Corecom, dei contenuti della PROGRAMMAZIONE TELEVISIVA E RADIOFONICA REGIONALE E LOCALE, nonché nei messaggi commerciali e pubblicitari, eventuali messaggi discriminatori nei confronti di alcuni orientamenti sessuali o dell’identità di genere della persona. Le norme proposte nel testo legislativo mirano a mettere la Regione Umbria nella condizione di integrare e completare una trama legislativa già definita dal legislatore nazionale, dall’Unione europea e da importanti convenzioni internazionali ratificate dall’Italia. Nella relazione al testo di legge si spiega che “non tutti gli orientamenti sessuali presentano lo stesso carattere di debolezza o di rischio, ma principalmente quelli omosessuale e bisessuale, a causa dell’esistenza di stigmi e di un paradigma eterosessuale che continuano a condizionare la loro accettazione sociale, familiare e personale”.
La proposta di legge fa riferimento specifico ai diritti generati dalla legislazione regionale, con particolare riferimento all’accesso ai servizi, alle azioni e agli interventi, prevedendo che vengano riconosciuti ai singoli e alle famiglie, comprese quelle formate da persone che coabitano a motivo dei vincoli affettivi che li legano. Infine, si ipotizzano interventi da parte di Asl, servizi socio-assistenziali e sociosanitari per fornire adeguata INFORMAZIONE, CONSULENZA E SOSTEGNO ALLE PERSONE CIRCA IL PROPRIO ORIENTAMENTO SESSUALE O LA PROPRIA IDENTITÀ DI GENERE. In particolare si prevede un impegno specifico a favore dei genitori nella cura e nell’educazione dei figli per garantire il rispetto del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Una disposizione particolarmente importante in modo particolare per quei genitori di persone omosessuali o trans che necessitano di approfondire la conoscenza di temi relativi all’orientamento sessuale o all’identità di genere.