Da una busta paga mensile di 700/800 euro sono passati a 170/180 al mese. La situazione in cui si trovano i dipendenti della ditta di pulizie che ha ottenuto l’appalto del Comune di Terni con la procedura del massimo ribasso è veramente disperata. Per loro non solo è diminuito il reddito ma è aumentata la una mole di lavoro: in 45 minuti devono effettuare le pulizie in 20 uffici. Come se ciò non bastasse ci sono evidenti mancanze da parte della prima azienda sul contratto collettivo nazionale: c’è una vertenza legale in atto perché ai dipendenti debbono essere ancora corrisposti due mensilità, la 13esima, gli assegni familiari ed il tfr, il trattamento di fine rapporto. La gestione del servizio è da tempo al centro di numerose polemiche che hanno dato luogo anche a proteste dei lavoratori accusati di non svolgere bene il loro lavoro, come se con queste modalità fosse possibile. La situazione si trascina dallo scorso anno con l’appalto che viene rinnovato di sei mesi in sei mesi sempre al massimo ribasso e in spregio al codice degli appalti. Per i lavoratori tutto ciò si ripercuote anche sulle pensioni, sul tfr, su eventuali ammortizzatori sociali.
La prossima scadenza è fissata a fine giugno e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uila Uil chiedono che per il successivo capitolato di appalto vengano inserite le tabelle dell’Anac, fondamentali perché utilizzate come parametro da alcuni Tribunali Amministrativi Regionali nella valutazione degli appalti pubblici, ossia per capire se un’offerta è congrua oppure no. I sindacati hanno avuto un incontro con il commissario straordinario del Comune Antonino Cufalo che ha dato una disponibilità di massima a rivedere i criteri di assegnazione dell’appalto per le pulizie. Poi però non ci sono stati altri contatti e loro vogliono sapere se c’è la disponibilità a tornare al tavolo di discussione.
“Questa situazione crea una nuova classe di poveri – hanno sottolineato Matteo Lattanzi della Filcams, Massimiliano Ferrante della Uiltucs e Sergio Sabatini della Fisascat – noi abbiamo il dovere di restituire a questi lavoratori rispetto e dignità”.