Nessuna novità, allora: chiusura immediata della Treofan, anzi avviata dalla multinazionale indiana Jindal anche la liquidazione della Treofan Italia. Tutto consumato davanti al sottosegretario del Ministero dell’Industria e dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde, che è stata molto pesante nelle sue valutazioni nei confronti della Treofan, sostenendo che la multinazionale ha preso in giro l’intera Italia. Il Mise metterà in essere ogni azione possibile. Intanto chiede di non chiudere i contatti con il Mise e i sindacati. “Non rispettare e mentire alla istituzioni – ha detto la Todde – è molto grave e questa vostra presa di posizione verrà perseguita con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Ho chiesto all’azienda- ha aggiunto il sottosegretario – la possibilità di trovare un percorso condiviso alla ricerca di una soluzione che non contempli la liquidazione ma una strada alternativa che non conduca l’azienda a scontrarsi frontalmente con le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Il tavolo rimane aperto fino a quando l’azienda non darà una risposta definitiva sul percorso che vuole intraprendere”.
Comunque sia si stanno cercando soluzioni alternative, a tutti i livelli. Ma se la posizione della sottosegretaria è di buon senso difficilmente la multinazionale ottempererà al rispetto della richiesta, dato il comportamento che sin qui ha manifestato.
C’è da dire che lo scenario era abbastanza chiaro e la fermezza odierna forse si sarebbe dovuta far vedere qualche tempo prima. Ma ormai tutto è passato: Michele Fioroni, l’assessore regionale, si è sentito preso in giro dopo che aveva messo in essere una serie di azioni per il rilancio dell’area del Polo Chimico. “Ci opporremo in ogni sede e con ogni mezzo anche legale, in sintonia con il ministero, a questa decisione – ha detto l’assessore Fioroni. L’annuncio della chiusura del sito di Terni – ha aggiunto – è una volgare mancanza di rispetto per il Paese, per la Regione Umbria, per la città di Terni e per tutti quei lavoratori che stanno rischiando il posto di lavoro”.
Espressa la solidarietà pure da Walter Verini del Pd, che denuncia la irresponsabilità della Jindal
Ora sono previste una serie di azioni legali. Lo ha preannunciato il sindaco Leonardo Latini ma anche quello di Narni Francesco de Rebotti, un terzo dei lavoratori arrivano da quel comune. Perché le azioni legali? Perché la Jindal ha ottenuto dei finanziamenti pubblici per il sito di Brindisi che poi a ben vedere sono stati la causa della chiusura di Terni. Ma anche sulla concessione della cassa integrazione covid dal momento che non vi è stato alcun nocumento dalla pandemia che, anzi ha elevato il lavoro nella fabbrica. Ma una serie di iniziative, come il sostegno alla sottosegretaria Todde, ci saranno anche nei prossimi giorni.