Suscita ancora reazioni l’invito del vescovo di Terni, Mons. Francesco Antonio Soddu a firmare la proposta di legge di iniziativa popolare del movimento pro vita & famiglia “un cuore che batte” che vuole introdurre un comma che obbligherebbe il medico a far ascoltare il battito del cuore del nascituro alla donna che intende abortire.
Legge 194: “fate ascoltare il battito del cuore del bambino alle donne che vogliono abortire”
“Come Movimento 5 Stelle e Lista Bella Ciao riteniamo inopportune le ingerenze della Diocesi di Terni su una delle tematiche più delicate e complesse della società contemporanea come il diritto all’aborto. E riteniamo necessario e imprescindibile che il sindaco di Terni e l’amministrazione comunale si esprimano prendendo una posizione chiara e netta sulle parole pronunciate dal Vescovo Soddu rispetto all’obbligo per i medici di far ascoltare il battito fetale alle donne intenzionate ad abortire.
Il diritto all’aborto – si legge nella nota – riguarda non solo la salute riproduttiva delle donne, ma anche la loro autonomia decisionale e la libertà di scelta. La legge che garantisce l’aborto come opzione rappresenta un pilastro fondamentale di una società basata sulla libertà, l’uguaglianza e il rispetto dei diritti. L’appello del Vescovo volto a depotenziare e rimettere in discussione tale diritto e la piena libertà di scelta sanciti dalla legge 194/78, rappresenta anche un attacco al principio di laicità dello Stato, fondamentale in una società democratica e pluralistica, cruciale per preservare la libertà individuale, i diritti umani e la giustizia sociale.
La laicità dello Stato e delle istituzioni assicurano che le leggi e le politiche pubbliche siano basate su principi razionali, giuridici e non religiosi. Ecco perché si tratta di un fondamento che va difeso e preservato con vigore. Anche per questo è indispensabile che il sindaco, rappresentante istituzionale e garante di un principio supremo dell’ordinamento costituzionale, ribadisca con chiarezza tali concetti. Non da ultimo, le parole del Vescovo risultano estemporanee anche in virtù del silenzio su molti fatti incresciosi che nelle ultime settimane hanno portato la città sotto i riflettori nazionali. In una comunità che sta vivendo uno dei momenti più complessi della sua storia, le istituzioni cittadine che faticano a rivestire il ruolo di guida rischiano di lasciare la città in balia di se stessa”.
Sull’argomento è intervenuto anche l’ex consigliere comunale Alessandro Gentiletti. “Il vescovo di Terni – scrive Gentiletti – invita a sottoscrivere una proposta di modifica della legge 194 che preveda l’obbligo per il medico di far sentire alla donna il battito del cuore del feto prima dell’interruzione volontaria di gravidanza. Più che la politica, che non ha sempre il dovere di intervenire per forza, il suggerimento dovrebbe interrogare la comunità cristiana, alla quale è rivolto. Perché il vescovo a questa si rivolge e ha pieno diritto di farlo, condivisibile o meno che sia. Per me, quel suo invito è irricevibile. Tornano alla mente i precetti evangelici così come mi sono stati insegnati: ‘Misericordia io voglio, non sacrificio’ ‘Guai a voi farisei che legate pesanti fardelli sulle spalle degli uomini’. E molti altri ancora. Basta rileggere il discorso con cui il Messia entrò a Gerusalemme, col quale mise in risalto l’ipocrisia di certe leggi e del potere, capaci di portare solo inutile dolore. Quello fu l’ultimo discorso, prima di essere condannato a morte, mediante supplizio, dai romani e dal sinedrio. Ebbene, per come la vedo io, quella modifica di legge, introdurrebbe per le donne un analogo ed inutile supplizio.