Era il 4 ottobre scorso quando nel bagno del secondo piano di Palazzo Spada fu rinvenuta una scatola con due panetti di plastilina collegati con elettrodi ad una sveglia e ad un apparecchio a led lampeggiante. Subito scattò l’allarme con l’evacuazione di tutto l’edificio e sul posto intervennero, oltre a Vigili del Fuoco e personale della Volante, l’unità Artificieri della polizia che non ci mise molto a verificare che si trattava di un falso ordigno. Da lì le indagini della Digos del dirigente Marco Colurci, coordinate dal pm Tullio Cicoria, che hanno portato all’identificazione dell’autore. Si tratta di un pensionato di 70 anni, un lavoratore socialmente utile che svolge piccoli lavori proprio nella sede comunale. A tradirlo sono state, oltre alle incongruenze raccontate agli investigatori in merito ai suoi spostamenti all’interno del palazzo, piccolissimi frammenti di DNA che il Servizio di polizia Scientifica del Ministero dell’Interno ha individuato nella scatola-bomba. Inoltre, l’unica telecamera utile alle indagini, posizionata all’ingresso di Palazzo Spada, lo ha ripreso mentre con una risma di carta si recava al secondo piano, dove in realtà non sarebbe dovuto andare. Proprio sotto quelle risme l’anziano aveva nascosto il simulacro. Agli inquirenti ha negato le proprie responsabilità ma è stato denunciato per procurato allarme ed interruzione di pubblico servizio.