Le hanno amputato braccia e gambe a causa di un’infezione non trattata, conseguenza di un’operazione effettuata per un tumore sospetto ma che non c’era. Dopo quasi 10 anni, Anna Leonori, di Terni, ha ottenuto un risarcimento superiore ai 2 milioni di euro per il danno provocato dai tre ospedali che l’hanno avuta come paziente: uno a Roma, uno a Terni e l’ultimo a Cesena.
“Tre ospedali, tre asl, tanti avvocati e ancora più medici legali, tutti contro, e la causa di Anna trascinata per nove anni rischiava di entrare in un tunnel pericoloso – spiega il legale della donna, Erdis Doraci . Aver risolto un caso così complesso, delicato per i contorni umani, a tre mesi dal mandato è per me motivo di orgoglio. Ho rivisto il sorriso nel volto di Anna, un volto perso quando l’ho conosciuta, regalandole quantomeno una quotidianità dignitosa”.
Oggi Anna ha 51 anni e vive con quattro protesi agli arti e una stomia urinaria. E’ mamma di due figli, di 14 e 18 anni.
“Mi sono rimessa in piedi per i miei ragazzi. Sono loro che aiutano me”.
A cambiarle la vita in positivo, dopo l’amputazione, è stato poi l’incontro con la la schermitrice olimpionica Bebe Vio. “Lei e i suoi genitori mi hanno dato dei consigli, mi hanno del percorso fatto. Per quanto riguarda, poi, le protesi, “ci sono alcune che non sono comprese nel nomenclatore. Bisogna aggiungere 7mila euro a quelle che passa la Asl. Poi ci sono gli arti artificiali di ultima generazione che permettono di fare più movimenti”. Sembrava impossibile averli, ma le associazioni, i privati e la città di Terni hanno aiutato Anna a comprarli. “Fino a oggi ho indossato queste protesi come un bel vestito, con la paura potessero rompersi – racconta – questo non mi ha permesso di sfruttarle al massimo. Ma ora le porterò con più serenità”.
TERNI: una mamma perde gli arti per un tumore inesistente
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