Non si arresta l’emissione di fumi notturni nel centro storico di Terni e i residenti della zona si sono organizzati e hanno raccolto decine di firme sotto un esposto che proprio questa mattina verrà inviato al sindaco di Terni Leonardo Latini, al Prefetto Paolo De Biagi, all’Arpa, alla ASL e alla Polizia Locale.
“Questa densa colonna di fumo sprigiona un odore acre e ci costringe a vivere sigillati in casa con le finestre chiuse perché non si sa, con certezza, quando l’emissione di questi fumi inizia: possono essere le una della notte, come le due, le tre; quindi quando si va a dormire si è costretti a chiudere tutte le finestre. Pensi che sono diverse le famiglie che si sono dovute organizzare e hanno dovuto montare i condizionatori d’aria in tutte le stanze – ci dice Valentina. Nell’esposto – aggiunge – abbiamo fatto riferimento all’ordinanza del sindaco sui camini (che non si potevano accendere in determinati giorni della settimana, ndr) e all’articolo 75 del regolamento di Polizia Urbana.” Questo articolo del regolamento dice: “Sono comunque ritenuti rumorosi, incomodi o molesti, quei mestieri, arti, commerci ed industrie dall’esercizio dei quali, per l’azionamento di macchine o per
l’uso di strumenti manuali, o per l’emissione di vapori, di odori nauseanti o di vibrazioni, deriva continuamente o periodicamente, a coloro che abitano i locali sovrastanti, sottostanti o comunque in prossimità di quelli nei quali l’attività viene esercitata, una turbativa eccedente i limiti della normale tollerabilità. In ogni caso è
vietata la produzione e diffusione di fumi, polveri, odori, gas, vapori nocivi alla salute, ovvero di sostanze che risultino nauseanti per la comunità.” Questi fumi, infatti, sono emessi da una attività artigianale della zona.
“Per noi è cambiato lo stile di vita, consideri che la mia vicina di casa sono ormai anni (perché questa storia va avanti da tempo) che quando va a dormire chiude tutte le finestre e accende i condizionatori d’aria. Ma le pare normale? Oltretutto l’utilizzo di questi condizionatori produce ulteriore inquinamento. Altri rimettono la sveglia alle 4, alle 4,30, quando i fumi non ci sono più, per aprire le finestre. Così non è immaginabile andare avanti.”
“Poi vorremmo sapere cosa bruciano perché l’odore è acre e insopportabile, somiglia a quello della plastica bruciata. Vorremmo avere delle certezze su cosa bruciano – aggiunge ancora Valentina. E’ una cosa micidiale, terribile.Fa lacrimare gli occhi.”
L’obbiettivo delle famiglie che hanno firmato l’esposto non è quello “di far chiudere l’attività, ci mancherebbe altro, è quello di obbligarli a mettere in atto quelle misure necessarie a contenere l’emissione dei fumi e di accorgimenti ce ne sarebbero.”