Se ci fosse una ragazza forse smetterebbe di vivere su una bicicletta ma la ragazza non c’è quindi ecco che a soli 23 anni, ancora da compiere, il contachilometri segna 57.700, tanti infatti sono i chilometri che fino ad oggi Lorenzo Barone ha percorso nel mondo. Sfide estreme che hanno portato il giovanissimo esploratore di San Gemini a salire sulle vette del Pamir a 4 mila 600 metri di altezza, a combattere il freddo in Lapponia a 30 gradi sotto lo zero dormendo in un sacco a pelo (ghiacciato) sotto una tenda. Al contrario ad attraversare il deserto del Sahara sotto un sole feroce, con la gola secca da far male. Ma è stato anche in Russia, in India, in Giappone, in Corea, in Portogallo (il suo primo viaggio) , sempre in bicicletta. Quasi sempre da solo: lui, la sua bicicletta, tanto coraggio, tanta voglia di mettersi di alla prova.
E’ un personaggio incredibile Lorenzo Barone, come lui ce ne sono pochi al mondo, andrebbe supportato, sponsorizzato da grandi aziende perché quello che fa è al limite delle potenzialità dell’uomo. Compie delle vere e proprie imprese in solitaria. Alla ricerca della felicità. E’ infatti questo, oggi, che lo rende felice, salire sulla sua bicicletta e partire per mondi lontani e diversi sfidando l’impossibile, fidando soltanto sulle sue forze, sul suo intuito, quell’intuito che gli ha fatto schivare, ad esempio, i pericoli come quella volta in Finlandia quando in canotto ha sfidato onde alte una decina di metri, che solo a pensarlo mette i brividi.
“Eppure i pericoli più grandi li ho corsi, qui vicino – ci dice – sul Gran Sasso sono stato investito da una pioggia di pietre; l’estate scorsa dopo un tuffo sul lago di Garda mi sono fratturato una vertebra che mi ha perforato un polmone e poi la traversata del Nera e del Tevere per arrivare a Roma, un mio compagno di avventura ha rischiato di morire annegato in un mulinello all’isola Tiberina mentre mi ero messo in salvo.” A Roma su una zattera, ci ha messo 9 giorni per arrivare a destinazione partendo dalle Mole di Narni.
Questo è Lorenzo, non gli riesce proprio di fare le cose normali, quelle che fa la gente comune.
E, dunque, eccoci, all’ennesima sfida, quella che sta per compiere. Partenza 14 gennaio da San Gemini per l’aeroporto di Fiumicino. Imbarco su un volo per una delle repubbliche russe più fredde in assoluto, la Jacuzia, nella Siberia orientale. Da lì inizierà il suo incredibile viaggio in bicicletta attraverso 5 mila di chilometri di neve e di gelo dove affronterà temperature fino a 60 gradi sotto lo zero. Al limite della sopravvivenza e forse anche di più.
Alla ricerca della felicità.