Il Lago di Piediluco è in salute. Lo dicono i risultati del monitoraggio condotto dalla Goletta dei Laghi di Legambiente, nell’ambito della propria campagna nazionale in difesa dei bacini lacustri italiani e che in Umbria, seppure con diversi risultati da quelli dello specchio d’acqua del ternano, ha interessato anche il Lago Trasimeno.
“L’obiettivo del monitoraggio – ha spiegato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a San Feliciano, una frazione del Comune di Magione, alla presenza di Alessandra Cingolani di Arpa Umbria – è quello di individuare i punti critici, con particolare attenzione alle situazioni in cui si intravede un rischio più elevato di inquinamento, analizzando il carico batterico derivante da scarichi non depurati, che minacciano la qualità delle acque”.
I quattro campioni prelevati dal Lago di Piediluco, presso Braccio Ponticelli, nel canale a sinistra del rio Medio Nera, sul lungolago Armeni in corrispondenza di Piazza della Resistenza, alla foce del rio Fuscello e, l’ultimo, a sud-est presso Braccio di Cornello, sono risultati essere tutti entro i limiti. “Risultati – è stato detto – che ci regalano l’istantanea di un bacino che dal punto di vista degli scarichi monitorati dal laboratorio di Legambiente gode buona salute.
Rimangono invece invariati negli anni quelli che sono i problemi mai risolti. Piediluco – ha sottolineato il responsabile scientifico nazionale di Legambiente – lago naturale di origine alluvionale di fatto, è un lago ad uso idroelettrico, viene cioè utilizzato come bacino per l’accumulo di acqua per alimentare una serie di centrali idroelettriche, con gravi problemi, sul piano dell’interramento, dei dissesti spondali e soprattutto di eutrofizzazione per l’apporto di materia organica che arriva dal canale del Medio Nera per la presenza delle numerose troticolture della Valnerina e per l’immissione del Canale Velino che apporta le acque della Piana Reatina fortemente urbanizzata e sfruttata dall’agricoltura. Queste vertenze – ha rilevato Zampetti – sono tutt’oggi aperte e Legambiente da tempo richiede che tutta l’area venga gestita in maniera pianificata con azioni coordinate e concordate in maniera strutturata. Auspichiamo – ha concluso – che il passaggio di proprietà degli impianti alla ERG S.p.A., società molto sensibile agli aspetti “green”, primo operatore nell’eolico in Italia e tra i principali in Europa, possa consentire per la prima volta un dialogo costruttivo su questi temi e aprire una nuova fase per il lago di Piediluco e il suo bacino”.