Ormai non se parla quasi più. Un po’ perché le persone sono impegnate nella lotta alla pandemia ma anche per il fatto che la società che voleva costruire un grande parco giochi a San Liberato, chiamato Leolandia Umbria, è entrata in stallo. La pandemia: certo, il virus ha bloccato anche la “casa madre”, quella Leolandia di Capriate di Bergamo, che aveva innescato la speranza che un parco del genere potesse vedere la luce a Narni. Tra l’altro anche in Comune c’è la voglia di capire non tanto nello specifico, ma in prospettiva quale sarà la via di quell’area, nella quale doveva sorgere prima un albergo e poi l’intera struttura.
Il vicesindaco Marco Mercuri, che si interessa di urbanistica, non vuole tirare la giacchetta alla società Leolandia Umbria, però ricorda che l’impegno della Regione, del Ministero e pur anche del comune, è stato importante e che una chiarificazione, non in tempi lunghi, serve. Perché in quell’area ci si potrebbe piantare un albero solo se poi si porta dietro l’intero parco, altrimenti si cambierà la destinazione d’uso e farlo ridiventare prettamente industriale. E’ ancora presto per dire che Leolandia Umbria sia definitivamente compromessa. Di sicuro, però le nubi sulla sua testa sono così nere che il pessimismo sta prendendo il sopravvento.