Due giorni di lavoro tra Lazio e Umbria per l’apertura del DIGITALmeet 2022, il festival italiano sull’alfabetizzazione digitale per cittadini e imprese, che si svolgerà dal 18 al 23 ottobre con eventi in presenza e da remoto in tutta Italia (anche a Terni, sarà presentato la prossima settimana).
E’ stato redatto il Manifesto di Piediluco, ovvero un documento con le linee programmatiche per sostenere la trasformazione digitale del Paese, agendo sulla diffusione delle tecnologie e sullo sviluppo delle competenze digitali per tutte le fasce della popolazione. Una proposta da sottoporre alle attuali amministrazioni locali e al futuro governo nazionale.
Dopo il confronto sul lago, nella sala conferenze della Fondazione Carit si è svolto un tavolo tecnico cui hanno preso parte diversi rappresentanti delle istituzioni e professionisti del settore.
Alla tavola rotonda intitolata “I dati per governare le Smart City”, sono intervenuti Luigi Carlini, presidente della Fondazione Carit, Leonardo Latini, Sindaco del Comune di Terni, Riccardo Morelli, presidente della Sezione di Terni di Confindustria Umbria, Michele Fioroni, assessore allo Sviluppo Economico, Innovazione e Digitale Regione Umbria, Paolo Ghezzi, direttore generale InfoCamere Scpa, Paolo Gubitta, direttore scientifico Osservatorio Professioni Digitali, Alessandro Sperduti, Professore di Intelligenza Artificiale, Università di Padova, con le conclusioni affidate a Gianni Potti, presidente Fondazione Comunica e fondatore DIGITALmeet.
Dalla tavola rotonda è emerso in modo sempre più evidente come la digital transformation, insieme ai fondi del PNRR, può trasformare i piccoli borghi e le città intermedie in luoghi appetibili per le famiglie e i giovani, dove è possibile trovare un’offerta culturale e sociale, dove è possibile sviluppare una mobilità sostenibile e quindi attrarre persone professionalmente qualificate.
Gianni Potti, fondatore di DIGITALmeet, ha concluso: “Non servono interventi spot. È necessaria banda ultra larga, data center e che i dati siano integrati tra di loro, che vengano in sostanza letti e messi insieme. Così si ricavano le informazioni che vanno a costruire una strategia per la città, soprattutto quello che serve ai piccoli centri è un progetto dove il sistema del traffico, i parchi la sicurezza, la raccolta dei rifiuti, il trasporto pubblico siano tutti integrati tra di loro. Si ricavano così informazioni che vanno a costruire una strategia per la città. Come il cruscotto di un’auto che quando si accende ci da tutte le informazioni sul nostro veicolo, noi possiamo avere tutte le informazioni sulle nostre città. In queste condizioni il decisore politico può fare delle scelte ragionate sul futuro del proprio Comune. Una sfida per sviluppare strumenti innovativi grazie alla tecnologia ma anche grazie all’elemento umano”.
IL MANIFESTO DI PIEDILUCO
VISION
Quello che ci aspettiamo per i prossimi anni è da una parte un riordino delle norme relative al lavoro e all’impresa e dell’altra la possibilità di costruire modelli sociali e di supporto locale alle famiglie.
Quello che sarà l’impatto più forte in un arco temporale di 5-10 anni è certamente l’utilizzo massiccio dell’Intelligenza Artificiale (AI) che sarà pervasiva ed andrà a costituire una vera e propria AI Economy con connesse le tematiche relative alla rotazione, con perdita, dei posti di lavoro e la competitività delle grandissime imprese del digitale a scapito della PMI che è la base dell’impresa italiana.
Altri elementi fondamentali saranno un cambiamento del sistema educativo e formativo con l’introduzione di strumenti (come il coding, la robotica e l’AI) ma anche nelle modalità di erogazione delle stesse. Non solo DAD quindi ma modelli ibridi di formazione e auto-formazione assistita anche nelle scuole dell’obbligo.
L’obiettivo è quello di passare dall’educazione di massa ad una educazione su misura per ogni studente, ordinata rispetto ad un quadro di riferimento internazionale e nazionale.
Assisteremo ad una evoluzione del concetto di STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) a quello di STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics) e ad un incremento della richiesta di queste competenze da parte delle imprese.
Sarà sempre più presente l’attenzione verso l’inclusione di genere nelle diverse attività produttive e nei ruoli apicali delle imprese, enti, organizzazioni, università e pubblica amministrazione.
Dobbiamo porci la domanda di cosa ci sarà dopo la transizione, quali nuovi valori potremmo avere ed utilizzare.
IL MANIFESTO
• La Digital Transformation, insieme ai fondi del PNRR, porta a un investimento nella trasformazione digitale dei borghi italiani rendendoli appetibili per le famiglie e i giovani. Piccoli e grandi borghi diventano luoghi dove è possibile trovare un’offerta culturale e sociale che attrae persone professionalmente qualificate che possono svolgere la loro attività da remoto. La valorizzazione del territorio si ottiene creando una smart land sostenibile.
• Le politiche ESG (Environmental, Social and Governance) per le aziende e amministrazioni pubbliche si potenziano anche con le tecnologie digitali (banda larga, data center e ambienti di sviluppo adeguati) e con la diffusione di processi produttivi e di consumo ispirati all’economia circolare.
• L’accesso e l’uso quotidiano della tecnologia deve essere reso semplice per tutte le fasce sociali.
• L’innovazione digitale guida la trasformazione del modello economico e richiede strategie per lo sviluppo di competenze che devono essere oggetto di attività formative nelle scuole, nelle università e nelle amministrazioni pubbliche
• In questo quadro è indispensabile lo sviluppo di rapporti con associazioni, enti, organizzazioni, università, imprese, per mantenere il legame tra avanzamento tecnologico e comunità.
• La diffusione dello smart working presso lavoratori e lavoratrici, imprese e pubblica amministrazione, richiede lo sviluppo di condizioni e servizi adeguati in grado di favorire la work-life balance.
• Le sfide dell’innovazione richiedono l’adeguamento delle competenze nel tempo e per tutte le fasce di età, ottenibile riprogettando la filiera scolastica formativa e investendo nel life-long learning.