E’ morta, spegnendosi piano piano: Rosalinda Abbati, da tutti chiamata Linda, se ne andata oggi, 1 aprile, nella sua casa di Via XX settembre, a Narni, a quasi 98 anni. Era una donna molto in vista nella città, per essere stata la dipendente più anziana dell’Elettrocarbonium, dove aveva attraversato momenti belli ed altri meno, guerra compresa. Era entrata in fabbrica a quattordici anni, nel 1929, da apprendista dopo che il direttore dell’Elettro l’aveva vista recitare in uno spettacolo studentesco al Teatro. Era così giovane che, raccontava Linda, “quando si faceva la pausa pranzo nessuno mi offriva un caffè ma solo una gazzosa: ero troppo piccola e pareva brutto”. Era una donna minuta e per questo qualcuno l’aveva pure sottovalutata. Lei però era riuscita ad arrivare in cima alla sua gerarchia, a fare il caporeparto, lavorando quanto più possibile. Era aiutata anche da una proverbiale memoria, al punto che ricordava ogni cosa, in un tempo senza computer. Se la ricordano quando la fabbrica era ripartita sotto l’infelice gestione di Michele Monachino, arrampicata, con un caldo cocente, su un ballatoio di una ciminiera, ad arringare i suoi ex colleghi, che invitava a dare il massimo: “E’ la vostra vita ed il vostro futuro”.
Dopo quarantaquattro anni di servizio era andata in pensione ma era passata direttamente alla gestione economica della parrocchia di Narni che ha tenuto sino a qualche mese fa, con la sua autorevolezza e competenza. Per altri quaranta anni, Rosalinda Abbati, detta Linda, quattro/cinque ore di lavoro in parrocchia non se le faceva mancare. Volontariamente, sia chiaro.