Terni è uno dei 39 siti nazionali da bonificare, secondo l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. E’ l’effetto di oltre un secolo di storia industriale, con tutto quello che ne consegue.
“Era una valle dei profumi.La primavera, grano turco, erba medica si sentiva il profumo, adesso è diventata la valle dei veleni”. Ecco “La valle dei veleni”, in onda su Rai1, è Terni. Il titolo dell’inchiesta dell’inviata Rosita Rosa del settimanale del TG1, “TV7”, l’ha suggerito Primo Zurli che le ha parlato del suo appezzamento di terreno a ridosso della discarica Valle, delle coltivazioni e delle galline che ASL gli ha fatto abbattere perché le uova erano inquinate dai metalli.
Una collina che prima non c’era e che adesso è enorme (e fa impressione) fatta di scorie. Scorie ancora oggi trasportate lì da circa 200 camion al giorno – afferma Pierluigi Rainone, Verdi Ambiente Società.
“400 mila tonnellate annue di scorie – afferma Rainone – la quantità di metalli pesanti è spaventosa: cromo, nichel arsenico, manganese, tutti elementi cancerogeni a livello1”.
Gianni Di Mattia di Lega Ambiente sottolinea come Terni abbia sforato i livelli di PM10 consentiti ben 49 volte nell’anno 2018. La città più inquinata del centro Italia.
Le conseguenze sulla salute non possono che essere allarmanti come già testimoniato dallo studio Sentieri dell’Istituto Superiore di sanità che segnalava, in generale, un eccesso della mortalità e, in particolare, un eccesso della mortalità nella fascia pediatrico-adolescenziale-giovanile, con 94 casi di tumori maligni nella fascia di età 0-29 anni dei quali 18 in età pediatrica e 2 nel primo anno di vita.
“Il dato molto più importante e, forse, più preoccupante – afferma il neurologo Massimo Formica – è l’incremento delle forme tumorali cerebrali del neonato. Questo dato è di particolare interesse perché conferma ciò che la scienza sapeva già e cioè di una trasmissione trans-generazionale, una esposizione gestazionale e un danno diretto successivo alla nascita, abbiamo la prova significativa di un rapporto diretto fra inquinamento e , in questo caso, danno cerebrale”.
Paolo Stranieri di Arpa si sofferma sui clamorosi livelli di inquinamento ritrovati in alcuni pozzi interni dell’acciaieria.In uno in particolare, il livello di cromo esavalente era 1.200 volte superiore al limite consentito.
AST ha risposto con una nota in cui afferma che si tratta di “una contaminazione storica, e quindi non determinata da fenomeni in corso. Esistono, dunque , tempi fisiologicamente necessari per correggere più di un secolo di assenza di regolamentazioni.”
Fa riferimento al cromo esavalente anche Giuseppe Rinaldi di WWF Umbria. E si torna indietro di molti anni, all’inaugurazione della Galleria Tescino, della Terni-Rieti. Come si ricorderà, poco tempo dopo l’inaugurazione la galleria già presentava problemi di infiltrazione , “niente affatto strano – afferma Rinaldi – visto che è stata realizzata sotto una discarica industriale.”
Almeno una persona che ha lavorato nei cantieri della Terni-Rieti ha subito danni invalidanti molto gravi per il continuo contatto con i metalli pesanti. Si tratta di Alessandro Ridolfi, invalido riconosciuto al 90%, impossibilitato a lavorare. Soffre di dermatite eczematosa erosiva. Ricorda di una mattina , sul fronte scavo, quando fu investito da uno scroscio d’acqua:”ero tutto bagnato, chi se l’aspettava che la galleria era ricca di cromo esavalente? La mattina dopo la pelle del viso mi si attaccava sul cuscino.”
L’inchiesta di Tv7 conferma tutti i dati che già si conoscevano.
IL LINK PER RIVEDERE LA PUNTATA DI TV7 – IL SERVIZIO SU TERNI E’ IL PRIMO DOPO LA BREVE COPERTINA DEDICATA AL DIBATTITO IN INGHILTERRA SULLA BREXIT
https://www.raiplay.it/video/2019/01/TV7-f1503c4e-3a45-4a4b-b02b-bb1a7d5fd3f3.html