L’11 giugno scorso a Zurigo si è svolta una gara tra droni autonomi alimentati con intelligenza artificiale e droni pilotati da campioni del mondo.
Sono state organizzate due gare diverse: la prima utilizzando telecamere di bordo e calcolo, la seconda telecamere esterne e calcolo fuoribordo, per i droni autonomi. Nella prima il drone autonomo ha battuto quello pilotato per mezzo secondo e nella seconda lo ha battuto con un vantaggiato di1,8 secondi. Viaggiando, il primo, a una velocità massima di 80 Km orari e il secondo a 110 Km orari.
“Per la prima volta un algoritmo ha battuto un essere umano”.
Tutto questo è potuto accadere grazie agli studi del laboratorio di robotica e percezione dell’Università di Zurigo. I droni che volano senza pilota e senza gps sono nati qui e dietro tutto questo c’è la mente di uno scienziato italiano, anzi di uno scienziato ternano, il professore Davide Scaramuzza, direttore del Laboratorio.
Davide Scaramuzza il professore ternano di robotica dell’università di Zurigo che studia l’utilizzo dei droni autonomi nei soccorsi nei casi di disastri
https://terninrete.it/notizie-di-terni-119381/
Degli eccezionali studi del professor Scaramuzza si è occupato Piero Angela nel SuperQuark andato in onda mercoledì 13 luglio scorso.
E se il professore lo si può considerare un mago della robotica forse non tutti sanno che un mago, nel senso stretto del termine, lo è stato davvero.
Lo ha fatto, a lungo e, ovviamente con successo, per mantenersi gli studi.
“Per un drone – spiega il professor Scaramuzza – vedere e navigare in modo autonomo è una cosa complicatissima. Il problema non sono né gli occhi né il cervello, il problema principale è il software perché il software deve poter analizzare le migliaia di numeri che arrivano attraverso le telecamere in tempi rapidissimi e trasformarle in una mappa tridimensionale dell’ambiente che cambia continuamente come il drone si muove all’interno dell’ambiente e, infine, calcolare una traiettoria che gli permette di raggiungere la destinazione evitando tutti gli ostacoli”.
Un drone così “intelligente” da muoversi da solo è utile per operazioni di salvataggio, di sicurezza, in zone di guerra (purtroppo) per l’industria, perfino per consegnare pacchi a domicilio (scompariranno anche postini e corrieri?)
“Il prossimo passo? – spiega ancora il professor Scaramuzza – sviluppare un sistema di visione che abbia la stessa velocità e precisione degli uccelli”.